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Italia, un futuro da ricostruire

Prendendo esempio dal miracolo economico italiano degli anni '60 si scopre che il risultato dei passi avanti compiuti dal nostro paese erano il risultato di una visione popolare, solidarista, interclassista. Tali principi sarebbero validi pure oggi anche in una situazione mutata

printDi :: 24 aprile 2022 17:35
Europa Bruxelles

Europa Bruxelles

(AGR) di Rugero Cametti

Intervenuto alla Conferenza di Parigi nell' agosto 1946 Alcide De Gasperi, sentendo il peso della qualifica di ex nemico, dichiaro' “Davanti a questo consesso mondiale sento che , salvo la vostra personale cortesia , tutto e' contro di me”. Lo statista aveva capito tutto. Restarono vane le parole usate dagli alleati alla fine della Conferenza di Potsdam che riconoscevano che gli italiani si erano liberati dal fascismo da se' e che avevano collaborato alla fine della guerra contro i nazisti.

 
Il trattato concluso alla fine ,risulto' un “dettato” di pace, facendo scontare per intero la guerra perduta. Unico vantaggio fu il recupero della personalita' giuridica internazionale del paese , come rivendico' lo statista trentino nel consiglio dei ministri che discusse i risultati per la firma di adesione dell'Italia. Comincio' allora il cammino della ricostruzione segnato da quattro caposaldi: l'ERP (piano Marshall), la vittoria del 1948 contro il fronte popolare, l'adesione all'alleanza militare della NATO e la costituzione del Mercato Comune Europeo.

Al termine di quel periodo negli anni 1959 e 1960 la lira consegui' l'oscar delle Monete Mondiali , cio' che fece parlare di miracolo economico italiano. In quegli anni la crescita annuale del PIL era sempre superiore a consuntivo di qualche punto sulle previsioni e per la prima volta fu frenata l'emorragia dei lavoratori italiani che cercavano, con l' emigrazione all'estero, sbocchi alla ricerca di un reddito per le proprie famiglie. Negli anni '80 infine la posizione dell'Italia si consolido' con la partecipazione al G7, la riunione dei primi sette paesi mondiali per prodotto interno lordo.

Era il frutto di una visione popolare, solidarista, interclassista. Tali principi sarebbero validi pure oggi anche in una situazione mutata. Ma chi e' in grado , nel presente, di professarli sinceramente e procedere in avanti? Allora non si parlava ancora di decrescita felice e i no a tutto non erano ancora incominciati.

NdR: Ruggero Cametti è un politico di lungo corso, nato nella Democrazia Cristiana ha avuto incarichi importanti nella DC Capitolina e sul litorale è stato più volte consigliere municipale. Ritiratosi dalla politica attiva da alcuni anni cura la campagna elettorale di giovani politici della capitale e ha continuato ad occuparsi di politica affiancando con preziosi consigli gli esponenti politici locali.

Profondo conoscitore delle problematiche del X Municipio dove ha lavorato e si è impegnato per anni è un punto di riferimento per il centrodestra anche se resta un importante e competente conoscitore della politica, sopratutto locale. Collabora con AGR esponendo il suo punto di vista sui tanti temi della politica. Buona lettura (e.b.)

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