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"Cara Liviuccia..." di Giulio Andreotti, presentato il libro epistolare al porto turistico di Roma

La lettura di "Cara Liviuccia" ti fa scoprire uno spaccato di storia vera, vissuta dall'uomo e dal politico che conviveva con un altro uomo, padre e marito affettuoso, attento alle esigenze della famiglia. Immagini di vita vissuta, le gelosie, le debolezze, l'amore messo a nudo nel cuore di un uomo

printDi :: 20 novembre 2022 23:04
Stefano e Serena Andreotti firmano le copie del libro

Stefano e Serena Andreotti firmano le copie del libro

(AGR) Scoprire un Andreotti vero, umano, sensibile, lontano dalla sua dimensione pubblica, dal suo ruolo in politica, sostituito da un uomo, un padre, un marito affettuoso. E’ il Giulio Andreotti di “Cara Liviuccia”, una raccolta epistolare delle lettere quotidiane che l’uomo Giulio scriveva alla sua Livia raccontandogli tutto quello che accadeva, annotando sensazioni, scrivendo di getto il sentimento forte che li univa, in un intreccio di sensazioni che abbracciava i figli piccoli.

Il libro epistolare di Giulio Andreotti è stato pubblicato dai figli Stefano e Serena che sabato pomeriggio, hanno presentato il libro nella sala conferenze del porto turistico di Roma, alla presenza di decine di persone, politici, amministratori, giornalisti. Ad organizzare l’incontro-stampa aperto alla partecipazione di tutti, è stata l’associazione “Ostia, imprese e professioni”, promossa da Giorgio Gastaldi. Tra i presenti: Davide Bordoni, nuovo segretario romano della Lega, Monica Picca, assessore Civitavecchia, la nuova consigliera comunale Maria Cristina Masi (FdI), il dott. Marcello Visca, direttore del X Municipio, il giornalista Rai Gianni Maritati, il dr. Mario Ciampelli primario del reparto di ginecologia del Grassi, padre Giovanni Patanè, parroco di "Regina Pacis", una delegazione delle suore di Santa Chiara, guidata dalla Superiora Suor Concezione.

 
La presentazione del libro ha previsto la lettura di alcuni brani epistolari, a cura di Felice Della Corte, attore e direttore artistico del teatro Manfredi, l’intervento della scrittrice prof.ssa Daniela Iodice e dello storico dr. Michele Mattei, alcuni brani cantati dalla soprano Laura Teofani, accompagnata dal maestro Denis Volpi. Sotto gli occhi di tutti uno spaccato di storia, di vita privata, di un uomo straordinario com’è stato Giulio Andreotti, scrittore, politico, statista, ma sopratutto, anche padre ed uomo, con le sue gelosie, le sue debolezze i suoi sentimenti che riviveva nelle lettere a Livia, il suo amore di ragazzo, il suo amore di uomo adulto, il suo amore per la vita.

Giulio si confessa, racconta a Livia, una donna che definisce forte ed alla quale riconosce i meriti che se lui era riuscito a fare tanto lo doveva ed era strato possibile solo grazie al sostegno di quella donna. Sullo sfondo un rapporto di profondo affetto e dedizione. Nel libro sono raccolte 400 lettere, selezionate dai figli.

“Abbiamo iniziato a lavorare alla memoria di nostro padre dopo alcuni anni. - ricordano Stefano e Serena Andreotti – c’erano 700 metri di carte ed è stato difficile ricostruire tutto. Poi c’erano i suoi diari, abbiamo concordato con gli altri fratelli la pubblicazione. Abbiamo scelto di dividere i diari a seconda degli anni e degli argomenti, per prima cosa abbiamo dato alla stampa con Solferino (gruppo Cairo) con i “I diari segreti” dedicati agli anni ‘80, poi, siamo andati avanti ancora con gli anni ‘70 dedicati ai cosìdetti “Anni di piombo”. Cara Liviuccia” è invece un’altra cosa. Mio padre scriveva ed annotava tutto per abitudine ed anche per tenere memoria di quanto accadeva, delle persone che incontrava, voleva ricordare le sensazioni, annotava quello che vedeva ed a quanto assisteva. Partono dal 1946 e si fermano negli anni ‘70. Le pagine più belle sono quando scriveva a mia madre che era in vacanza con noi per portarci al mare e raccontava quello che succedeva a Roma e voleva sapere tutto di noi. Di sicuro, è un libro molto personale, che darà una immagine diversa da quella stereotipata di nostro padre. Ed anche un libro che racconta la Roma del dopoguerra”.

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Stefano e Serena Andreotti nel corso della Conferenza stampa
Stefano e Serena Andreotti firmano la copia del libro per Davide Bordoni
Cara Liviuccia la copertina del libro di Andreotti

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