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Politica, un invito a riflettere e discutere, arriva dal ministro della P.I. Giuseppe Valditara

Nel 2006 il presidente Giorgio Napolitano si espresse con poche parole: Sui fatti d' Ungheria, sulla rivoluzione ungherese e sulla sua repressione, aveva ragione Pietro Nenni.Per la sinistra ci sono voluti 50 anni per fare i conti con i terribili fatti dell'Ungheria

printDi :: 18 novembre 2022 17:08
Ministro Giuseppe Valditara foto dal sito P.I.

Ministro Giuseppe Valditara foto dal sito P.I.

(AGR) di Ruggero Cametti

Vi invito a riflettere e discutere ( Ministro Valditara) La lettera del ministro Valditara del 10.11.22 “Il crollo del Muro di Berlino ci restitui' una Europa libera e democratica ,non dimentichiamolo” insieme alla istituzione da parte del Parlamento Italiano del 9 novembre quale Giornata della Liberta', ha sconvolto la sinistra italiana poco incline a voler conoscere e studiare la storia . Pd, Anpi e sindacati hanno gridato all’indottrinamento ministeriale, rivendicando la solita libertà a senso unico. Vincenzo Mannino (Professore emerito di Diritto romano, Università degli Studi Roma Tre) insiemi ad altri professori universitari sul Foglio del 15-11-22 ha definitivamente chiuso la querelle “Sorge legittimo... il sospetto che forse è proprio l’equiparazione del comunismo agli altri totalitarismi ad avere disturbato chi ha contestato il tenore della lettera, dimenticando che compito delle istituzioni scolastiche è anche quello di educare i giovani alla ricerca e al giudizio storico “senza presupposti”. Fare i conti con il nostro passato è la condizione per affrontare consapevolmente le sfide del futuro e questo è il compito dei “buoni maestri”.

 
Pensiamo ad un italiano a cui tutti guardiamo con rispetto e anche affetto, Giorgio Napolitano. Nel 1956 ,immediatamente dopo l'intervento militare dell'Armata Rossa, che spense in un bagno di sangue la rivolta a Budapest (migliaia e migliaia di morti), un giovane deputato di Caserta, Giorgio Napolitano, affermava come l’azione sovietica aveva evitato «che nel cuore dell’Europa si creasse un focolaio di provocazioni» e che «l’Ungheria cadesse nel caos e nella controrivoluzione, contribuendo «in maniera decisiva, non già a difendere solo gli interessi militari e strategici dell’Urss ma a salvare la pace nel mondo» (A. Frigerio, Budapest 1956. 2012) La vicenda ungherese venne vissuta in modo diverso in Italia.

Il Partito socialista condanno' l’invasione sovietica, Giuseppe Di Vittorio (CGL) prese pubblicamente le difese degli insorti, un nutrito gruppo di intellettuali aderenti al PCI rivolsero un appello al partito perché facesse proprie le ragioni dei movimenti popolari ungheresi. Togliatti tacito' tutti in obbedienza all'URSS. La Chiesa italiana reagì con la solidarietà concreta offerta dalle Caritas , ma anche con iniziative sentite e clamorose come listare a lutto le chiese della diocesi e suonare a morto le campane per alcuni giorni .La DC, il PLI,il PRI, il Psdi e la destra missina e monarchica manifestarono per la liberta' degli ungheresi. Il tempo passa e il 15 maggio 2006 , Giorgio Napolitano fu eletto presidente della Repubblica Italiana .Nel primo discorso al Parlamento Napolitano tra le tante riflessioni , ribadi' la necessità di costruire una memoria e identità condivisa, richiamando il Risorgimento e la Resistenza «pur senza ignorare zone d'ombra, eccessi e aberrazioni» . (Corriere della sera 16 -5-2006)

Nell'agosto del 2006 , alla vigilia del suo viaggio a Budapest nel cinquantesimo anniversario di quella tragedia ,il Presidente Napolitano si espresse con poche parole «Sui fatti d' Ungheria, sulla rivoluzione ungherese e sulla sua repressione, aveva ragione Pietro Nenni».Ci sono voluti 50 anni per fare i conti con i terribili fatti dell'Ungheria. “ Continuiamo ad accusare il popolo tedesco dicendo che non poteva non sapere dei crimini nazisti. – afferma De Leonardis (Docente di Storia dei Trattati e Politica Internazionale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano) – Sarebbe ora di chiedere conto ai comunisti (post o neo) perchè si sono sempre accorti dei crimini del socialismo reale solo quando arrivava il contrordine da Mosca. I processi a cavallo degli anni ’40 e ’50, i moti di Berlino est nel 1953, l’Ungheria nel 1956, il muro di Berlino, la Cecoslovacchia nel 1968, i processi ai dissidenti sovietici, il genocidio praticato da Pol Pot in Cambogia, il colpo di stato di Jaruzelski in Polonia, l’invasione dell’Afghanistan: nulla di tutto questo, per limitarci agli eventi più clamorosi, indusse il PCI a rompere i legami con Mosca, che furono sciolti, abbandonando il nome comunista (subito però rivendicato da altri), solo quando crollò ( con la caduta del muro di Berlino) l’impero del male”. Cosi' Ronald Regan chiamava l'URSS. (Domenico Bonvegna 2021)

“L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.”(Italo Calvino Le citta' invisibili).

NdR: Ruggero Cametti è un politico di lungo corso, nato nella Democrazia Cristiana ha avuto incarichi importanti nella DC Capitolina e sul litorale è stato più volte consigliere municipale. Ritiratosi dalla politica attiva da alcuni anni cura la campagna elettorale di giovani politici della capitale e ha continuato ad occuparsi di politica affiancando con preziosi consigli gli esponenti politici locali. Profondo conoscitore delle problematiche del X Municipio dove ha lavorato e si è impegnato per anni è un punto di riferimento per il centrodestra anche se resta un importante e competente conoscitore della politica, sopratutto locale. Collabora con AGR esponendo il suo punto di vista sui tanti temi della politica. Buona lettura (e.b.)

foto Ministero Pubblica Istruzione

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