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Regione Toscana-Epatite C, screening gratuiti per i nati dal 1969 al 1989, detenuti e tossicodipendenti

printDi :: 29 dicembre 2022 11:38
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(AGR) La Toscana dichiara guerra all’epatite C. Lo fa con un programma di screening gratuito destinato a tutti i nati tra il 1969 e il 1989 (un milione e 53.112 persone tra 33 e 53 anni al 1 gennaio scorso, fonte Istat) ed allargato alla popolazione carceraria e a chi è seguito dai servizi pubblici per le dipendenze, altre 24.600 e 4350 persone al censimento di pochi mesi fa. L’uso di droghe per via endovenosa, pratiche come tatuaggi, piercing o altre procedure estetiche condotte in condizioni igieniche poco sicure - oppure la condivisione di oggetti personali taglienti e pungenti contaminati da sangue (un rasoio ma anche un semplice spazzolino o taglia unghie) e determinati comportamenti sessuali - sono considerate infatti condizioni a rischio: anche le trasfusioni, ma solo fino al 1991, quando sono stati introdotti test specifici sui donatori. ​ Lo screening inizierà entro marzo 2023. ​ La delibera fissa le procedure operative per partire. ​

“La Toscana non è nuova ad un simile impegno, che ora rafforziamo – sottolinea l’assessore al diritto alla salute, Simone Bezzini – Nel 2015 l’allora giunta regionale ​ lanciò infatti un programma per l’eradicazione dell’infezione, ​ con il coinvolgimento dei medici di medicina generale per trattare soggetti infetti in via cronica e noti al sistema sanitario, ma non ancora non sottoposti a terapia”.

 
Dall’epatite C, provocata da un virus e che si contrae mediante contatto con sangue infetto, oggi si può guarire: i nuovi agenti antivirali ad azione diretta hanno reso la cura una strategia economicamente efficace. L’importante è diagnosticarla per tempo, in modo da ridurre le complicanze. Infatti l’infezione decorre senza sintomi per anni e talvolta decenni, silente, ma può in quel tempo causare danni al fegato che possono portare alla cirrosi e al carcinoma epatico. L’infezione aumenta anche il rischio di sviluppare malattie reumatologiche, ematologiche, come il linfoma, cardiovascolari e diabete mellito. ​ Un danno dunque per la persona ma anche per il sistema sanitario, che si trova a gestire un numero accresciuto di malati.​

Dal 1 gennaio 2015 al 31 settembre 2021 le persone che si sono rivolte al servizio sanitario per l’epatite C sono aumentate di 3.357 unità ​ e, sempre dal 2015, sono stati 14.016 i soggetti trattati con i nuovi ageni virali DAA. ​ Il programma lanciato sette anni fa ha dato buoni frutti, Con la nuova iniziativa si vuole andare ancora oltre. ​ ​

Per realizzare lo screening che ha avuto il via libera dopo l’approvazione di una delibera di giunta nei giorni scorsi, la Toscana ha ricevuto dallo Stato 4 milioni e 962 mila euro. Sarebbe dovuto partire nel 2019, ma poi la pandemia da Covid-19 ha costretto tutte le Regioni ad un rinvio.​

Sono previsti protocolli diversi a seconda della popolazione di riferimento. Si partirà dai nati nel 1969. Sarà naturalmente escluso dallo screening chi è già noto al sistema sanitario come infettato da epatite C. I cittadini saranno invitati attraverso un sms, ma anche chi non lo ricevesse (e rientra nella popolazione target) potrà recarsi presso i punti prelievi ed eseguire il test: un semplice pungidito ed esame sangue, alla ricerca degli anticorpi generati dal virus. Al progetto collaboreranno insieme Asl e Agenzia regionale ​ di sanità della Toscana (Ars).​

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