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Asl rm 3, i Cobas: al Grassi un reparto "Pre-Covid"

Il sindacato ha inviato al Commissario Straordinario Giuseppe Quintavalle una nota in cui rappresenta eventuali difficoltà e rischi connessi alla gestione dei "sospetti positivi" venendo dismesso l'attuale reparto e nell'eventualità che si presentino casi

printDi :: 26 aprile 2020 20:01
Asl rm 3, i Cobas: al Grassi un reparto Pre-Covid

(AGR) Da domani il “Grassi” non avrà più un reparto dedicato ad accogliere i malati di covid-19. L’ha comunicato la Regione Lazio che in relazione all’andamento della curva epidemica che ha registrato una progressiva diminuzione delle necessità di posti letto. Su questo tema  i Cobas della Asl rm 3 hanno inviato una lettera, sottoscritta da Cesare Morra, referente e dai delegati Rsu (Elisa Palanga – Domenico Piacente – Claudia Piermaria):  al Commissario Straordinario Giuseppe Quintavalle proponendo l’istituzione di un’Area o reparto “Pre Covid”, come già sperimentato in altre realtà ospedaliere per far fronte ad eventuali future emergenze e nell’eventualità di una possibile ripresa della curva epidemica.

In particolare i Cobas scrivono: “Tra le questioni che si vuole porre all’attenzione c’è quella riguardante l’Area Spoke Covid che, nell’eventualità di una possibile ripresa della curva epidemica, possa vedere la sua riattivazione all’interno del Grassi. L’attivazione di un’Area Spoke Covid-19, proprio per la presenza della stessa in un ambiente Ospedaliero, dove sono presenti altre attività e funzioni, doveva, e deve, prevedere una attenta programmazione, una continua osservazione, controllo e monitoraggio, per poter individuare, attraverso un’aggiornata valutazione,  eventuali rischi che potrebbero eventualmente presentarsi”. “In merito alla modalità di trattamento dei pazienti “sospetti positivi”, sottoposti a test diagnostici, in attesa del risultato del tampone per la ricerca del COVID-19. Per questo  si ritiene fondamentale, non solo per la sicurezza sul lavoro, per la tutela di tutti gli operatori sanitari, nonché di tutto quel personale che opera all’interno del nosocomio, ma anche per gli altri pazienti ricoverati che si trovano già in una situazione di particolare fragilità, la definizione di procedure di prevenzione per il controllo della diffusione del virus, onde evitare il rischio che possano manifestarsi pericolosi focolai epidemici all’interno della struttura ospedaliera. L’accesso al Presidio Ospedaliero di pazienti con specifica sintomatologia – “sospetti positivi” – pertanto, in attesa della risposta del tampone, che non potranno essere ricoverati presso l’Area Spoke Covid (che dovrebbe essere almeno momentaneamente riconvertita) riteniamo ponga una serie di questioni di natura sanitaria (il completo isolamento dei pazienti e l’adozione di comportamenti e misure adeguate per il personale - idonei e sufficienti Dispositivi di Protezione Individuale, aree per la vestizione e svestizione, la sanificazione periodica degli ambienti e degli impianti di areazione); di natura logistica e, presumibilmente, strutturale (ingressi contingentati e spazi ben definiti con bagni indipendenti).

 
Pertanto per poter accogliere quei pazienti, visitati presso il Pronto Soccorso che, a seguito di specifica sintomatologia ascrivibile alla Sars COVID-19, risultano bisognosi di ricovero, in attesa delle risposte del tampone effettuato ai fini della definitiva diagnosi. Si chiede per evitare ogni elemento di rischio di diffusione del virus e di contagio in ambito ospedaliero, una attenta valutazione in merito ad una possibile attivazione, per la gestione dei suddetti pazienti con patologie respiratorie non dimissibili dal Pronto Soccorso, della realizzazione di un’Area o reparto “Pre Covid”, come già sperimentato in altre realtà ospedaliere”.

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