Utilizziamo i cookie per abilitare e migliorare le funzionalita' del sito web, servire contenuti per voi piu' pertinenti, ed integrare i social media. E' possibile rivedere la nostra privacy policy cliccando qui e la nostra cookie policy cliccando qui. Se chiudi questo avviso, acconsenti all'utilizzo dei cookie. Per modificare le impostazioni dei cookies clicca qui

Soulé goal-vittoria e la Roma si candida per la Champions League

Internazionale-Roma 0-1

printDi :: 29 aprile 2025 19:30
Internazionale - Roma 0 - 1

Internazionale - Roma 0 - 1

(AGR) Del calcio, la gran parte dei tifosi ne coglie gli aspetti più appariscenti, più spettacolari – la grande giocata, la miracolosa parata, il colpo di testa spiazzante, la finta stordente, la punizione assassina – ma magari, per fattori oggettivi, diciamo così, come potrebbero essere la lontananza dal campo, un’inquadratura televisiva sbagliata o altro, il pathos che si impossessa dei tifosi sugli spalti o davanti al televisore magari non si interessa, volutamente o no, del ‘prima’ di una partita, di come questa viene preparata. Di certo, però, quanto possono essere colpevolizzati gli appassionati di calcio, i tifosi in particolare, di questa trascuratezza? Nulla, si può dire, considerando anche che nel pathos che va montando via via che la partita si avvicina, ampliandosi a dismisura nei minuti che precedono la gara, raggiungendo il suo apice al fischio d’inizio, ben poco interessandogliene ai tifosi di back-stage relativi alla partita.

Da questo punto di vista, perciò, essi, i tifosi, sono più che giustificati. Non così, però, può essere per chi è chiamato a dare conto della partita in veste di telecronista, di ‘seconda voce’, di commentatore da studio o da inviato sul campo: già da quando vengono fornite le formazioni, si ha un’idea ben precisa degli atteggiamenti strategico-tattici che si vedranno in campo. E allora, guardando le formazioni di Inter e Roma, come non accorgersi del fatto che Ranieri schiera tre-punte- tre, Dovbyk, Shomurodov e Soulé? Tre punte di ruolo schierate, vale la pena ribadirlo, non contro una squadra che al campionato non ha più nulla da chiedere, ma contro l’Inter che si sta giocando lo scudetto a San Siro, sul suo campo, non all’Olimpico, e che, secondo le previsioni dei ben noti ‘esperti’ ciarlatani che da anni appestano a vario titolo studi televisivi, avrebbe dovuto fare un sol boccone della Roma.

 
Come non accorgersi di quel clamoroso ‘non accorgersi’? Possibile che a quei ‘luminari’ del calcio sia sfuggito il ‘particolare’ delle tre punte? Visto che per novanta e passa minuti, tralasciando la telecronaca, si perdono in chiacchiericci gossippari su questo o quel giocatore, citandone magari goal realizzati anni prima (cosa che, come universalmente noto, non interessa a nessuno), visto, ancora, che, finché non viene tolto loro il microfono, ammucchiano, una sull’altra, bizzarre considerazioni usando un linguaggio troppo gergale, familiare a chi frequenta spogliatoi, più che a tranquilli telespettatori in attesa di vedere i goal della propria squadra, e visto, infine, che, abbandonandosi smodatamente a urlacci antisportivi quando una delle due segna, non sembra si rendano conto di offendere i sostenitori della squadra che subisce il goal, sembra quasi impossibile pensare che non si siano accorti della mossa di Ranieri.

Consentiteci, amici lettori, qualche perplessità su questa inusuale distrazione… In merito, abbiamo un’opinione ben precisa sul perché Mr. Ranieri fin dall’inizio ha schierato tre punte di ruolo a San Siro, in questo Inter-Roma, forse fondamentale più per i nerazzurri che per i romanisti: il buon Ranieri e la sua ciurma sono andati là per vincere, strafregandosene di gazzettieri, ciarlatani mediatici e chiacchiere da bar. Nell’apprezzare la mossa di Ranieri, si tenga presente che l’Inter si presentava con una delle sue migliori formazioni, a fronte di una Roma che doveva fare a meno di Dybala, ormai universalmente riconosciuto come l’uomo-faro della squadra: un handicap qualitativo, il non poter disporre dell’argentino, di non poco conto. Ranieri è andato a San Siro per vincere e i fatti, i tre punti conquistati su quel campo, sono la prova inconfutabile che aveva ragione a credere nella vittoria. Del resto, s’è visto subito che l’Inter avrebbe avuto vita difficile, che quell’inizio giallorosso non era un fuoco di paglia ma una precisa strategia che la Roma avrebbe adottato per tutta la gara.

Abbiamo contato sei occasioni, una più, una meno, che la Roma ha avuto per rimpinguare il proprio bottino, a fronte di un’Inter che, sì, ha fatto onore al suo blasone, ma in definitiva non si è mai resa così pericolosa e travolgente come in altre occasioni ci è stato dato vedere. L’ Inter, forse anche provata dagli impegni di coppa, vere e proprie occasioni da rete non ne ha avute. Dopo le canoniche fasi di studio, è la Roma a farsi sotto con Konè, ben trovato da Soulé, che spara oltre la traversa: è il prologo del goal, che arriva al 22’: Celik scende e trova Soulé esterno sulla destra, l’argentino appoggia a Pellegrini ma il tiro del regista giallorosso viene smorzato, il pallone arriva a Shomurodov che, veloce, lo spedisce a Soulé, che da lì, pochi metri dalla porta, non sbaglia. Acquisito il vantaggio, la Roma non si ferma e al 25’ Konè per Pellegrini, da questi a Cristante che prova la girata e si mangia il raddoppio. L’Inter appare stordita, irretita dal gioco romanista che va sviluppandosi con calma e ordinatamente.

Al 27’, Soulè va via sulla fascia e manda a Cristante, siamo ai limiti dell’area interista, il pallone arriva a Dobvyk, da questi a Pellegrini che trova bene Angelino, lo spagnolo crossa ma né Dovbyk né Soulé sfruttano la ghiotta occasione, grazie anche ad un intervento miracoloso di Carlos Augusto. Nel secondo tempo, la partita si mantiene a buon ritmo, la Roma prova ancora con Baldanzi, che su servizio di Soulé, spara sul portiere. Al 63’ si vede anche l’Inter con Calanoglu, ma il pallone finisce sul fondo. I nerazzurri cercano il pareggio e al 65’ Dumfries, servito da Frattesi, arriva al tiro, ma Svilar para.

L’inter continua a macinare gioco e al 66’ un duetto Barella-Lautaro-Barella sfocia in un pallone che viaggia davanti a Svilar, spegnendosi in out. Al 71’ si rivede la Roma con un gran cross di Soulé per Pisilli, ma il ragazzo batte di piatto e il pallone si perde sul fondo. La partita è combattuta, la Roma va acquisendo consapevolezza sull’esito positivo del match. L’Inter, spesso sbilanciata in avanti, si scopre e per la Roma si aprono grandi praterie.

Al 73’ Angelino, palla al piede, vola verso la porta nerazzurra, Dobvyk, liberissimo sulla destra, attende, il pallone gli arriva sui piedi ma l’ucraino ci litiga di brutto e spreca malamente. Al 75’ è la volta dell’Inter, ma Calanoglu manda oltre la traversa. Corre il minuto 88’ quando Acerbi manda profondo per Bisseck che, in area, spinge all’indietro N’Dicka e poi si butta, inscenando un patetico tentativo di fallo, al quale però, l’arbitro Fabbri non abbocca. Si prosegue e, ormai in chiusura, al 94’, El Shaarawy vola verso la porta avversaria e appoggia ad Angelino, che tira come viene, potente, ma il pallone va oltre la traversa. 

Partecipa anche tu affinche' l'informazione vera e trasparente sia un bene per tutti

 
 
x

ATTENZIONE