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Un’ottima Roma cede di misura all’Atalanta, ma l’Europa è ancora possibile.

Atalanta-Roma 2-1

printDi :: 14 maggio 2025 20:04
Atalanta-Roma 2-1

Atalanta-Roma 2-1

(AGR) Dopo ripetute incursioni senza esito nelle retrovie romaniste, al 9’ l’Atalanta va in vantaggio: De Katelaere si incunea tra le maglie giallorosse e serve Lookman che, lestamente, riesce a girarsi e ad infilare la porta avversaria con un preciso rasoterra angolato. Dopo il goal, l’Atalanta continua a menare le danze, ma la Roma ha assorbito in fretta e bene la botta e si fa vedere con una certa frequenza (Soulé. Koné, Mancini) ma i locali contengono bene. La partita è piuttosto equilibrata, sebbene la qualità del gioco atalantino sia migliore di quella giallorossa. Gli orobici giostrano bene, mentre la Roma, ben registrata nella sua metà campo, sembra aspettare il momento buono per piazzare il colpo. In queste fasi di gara, viene da pensare che, vista la brillantezza dei padroni di casa, da parte romanista sarebbe meglio cercare di fermare gli avversari ai cinquanta metri anziché permettere loro di arrivare a sfiorare il raddoppio con palloni che piovono da destra e da sinistra, dove, specie sulla corsia mancina, sembra che Lookman spadroneggi. Appare evidente come l’attaccante inglese naturalizzato nigeriano sia in giornata di grazia, sia, a tutti gli effetti l’anima di questa Atalanta. Lookman è un top-player a tutti gli effetti: imprendibile per chiunque, scatta, dribbla, trova corridoi impossibili da scovare per i comuni mortali, e incredibile è la sua abilità nello sgusciare via a qualsiasi avversario e poi materializzarsi all’improvviso ai sedici metri.

Per la difesa giallorossa, il continuo imperversare di questo funambolico attaccante rappresenterà un autentico incubo che avrà fine all’87’, quando sarà rilevato da Brescianini, altro ottimo giocatore. La partita va avanti, ora in campo c’è un certo equilibrio: è pensabile che, dopo le continue sgroppate, l’Atalanta sembrerebbe tirare il fiato, cosa che consente alla Roma di fare gioco e arrivare al pareggio: Soulé va via sulla fascia destra, quindi pennella preciso per Cristante in area che, di testa, la mette sotto la traversa. 1-1. Di lì alla fine del tempo si susseguono schermaglie e tentativi di imbucate operati da entrambe, ma il risultato non cambia. Nel primo quarto d’ora della ripresa, l’Atalanta va a mille, poi, in alleggerimento veloce, al 62’, Konè va via palla al piede tallonato da Pasalic e appena entra in area la mezzala croata lo atterra: più rigore di così! L’arbitro Sozza indica il dischetto, ma interviene il VAR, non si sa bene a quale titolo, dal momento che l’arbitro non ha avuto né dubbi né perplessità nel decretare la massima punizione. Bene, silenzio sugli spalti in trepida attesa, poi il verdetto: non è rigore! Abbiamo visto incredulità anche sui volti dei bergamaschi…

 
Ci chiediamo, ovviamente del tutto ingenuamente, a chi possa giovare questo furto ai danni della Roma. Onestamente non riusciamo a trovare un altro vocabolo per definire questo errore clamoroso. Seguiamo la squadra giallorossa da decenni e decenni e, di certo, vista l’enorme quantità dei torti e delle sconcezze arbitrali che in campo nazionale ed internazionale, questa squadra ha dovuto subire, non si può più parlare né di sviste né di abbagli ma solo e soltanto di premeditate azioni persecutorie volte ad impedirle di centrare i suoi obbiettivi. En passant, vi ricordo il goal annullato a Turone, che avrebbe dato lo scudetto alla Roma, il goal irregolare del Liverpool nella finale del 1984: carica sul portiere romanista, Tancredi cade a terra, l’arbitro lascia proseguire e Neal segna, e, dulcis in fundo, il furto nella finale di Coppa Uefa: l’arbitro Taylor non fischia un evidentissimo rigore per la Roma.

La nostra riflessione è che nella sua immensa e gloriosissima Storia, Roma ha probabilmente condizionato, nel bene e nel male, la vita di milioni e milioni di esseri umani suscitando rabbia, odio e rancore, sentimenti che potrebbero essere stati trasmessi alle loro discendenze e magari, vallo a sapere, in certuni potrebbero essersi radicati nel DNA. Ma ne abbiamo già scritto anni fa… L’intromissione del VAR nella decisione dell’arbitro, ha di fatto, impedito la vittoria della Roma. E la storiella del “chi ti dice che, d’accordo, la Roma realizzava il rigore e magari l’Atalanta gliene faceva sei” non regge perché “magari la Roma gliene faceva otto e così via”, fino all’infinito, in una interminabile filastrocca.

Vediamo meglio: a suo tempo il VAR è stato istituito per aiutare l’arbitro ad eliminare dubbi perplessità, indecisioni in merito a questa o quell’azione, quindi non a decidere per conto dell’arbitro, che suonerebbe come una vera e propria delegittimazione dell’operato del direttore di gara, con le catastrofiche conseguenze che ne deriverebbero per il football, ma un vero e proprio video-assistente dell’arbitro, e guarda caso la traduzione dall’inglese di V.A.R. è proprio questa: Video Assistant Referee = Assistente Video dell’Arbitro. Il VAR, dunque, lo ribadiamo, non è uno strumento che si sostituisce all’arbitro, ma un vero e proprio supporto tecnologico che serve ad eliminare dubbi e incertezze del direttore di gara in merito a questa o quell’azione di gioco.

In Atalanta-Roma, l’arbitro Sozza non aveva né dubbi né perplessità nel decretare il rigore in favore della squadra giallorossa, dal momento che era lì nei pressi. Mah! La partita prosegue e al 76’ arriva il goal-vittoria di Sulemana, che, ricevuta palla da Retegui, insacca imparabilmente. Bene, è andata come è andata: negli almanacchi risulterà solo il 2-1 finale degli orobici, che con questa vittoria ai danni della Roma hanno la sicurezza matematica di partecipare alla prossima Champions League., mentre per la Roma si prospettano due giornate finali di fuoco: Milan all’Olimpico il 18 p.v. ore 20,45 e Torino in trasferta il 25 p.v., ore 15.00 Ranieri, ha già fatto il miracolo di portare la Roma in area Europa. Non gli si può chiedere di più. Que serà, serà.....

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