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I GIOIELLI NATI DALLA VOCE UMANA

print22 maggio 2014 14:42
(AGR) Quante le signore e signorine che amerebbero ricevere un gioiello così personalizzato da essere stato creato con il suono della voce della persona amata? Fantascienza dite? E invece no. Grazie alla creatività e anche al coraggio di tre ragazzi, oggi sfoggiare al dito un anello nato da un messaggio di voce umana è realtà. Makoo è una piattaforma online che permette di realizzare ed acquistare gioielli unici e personali sfruttando l'emozionalità della voce, come motore per la creazione, e le tecnologie di stampa 3D, come strumento per la produzione. Basta infatti registrare un breve messaggio vocale sul sito (www.makoojewels.com) ed il modello 3D sarà generato sfruttando proprio le caratteristiche del suono e della voce. La piattaforma, oltre alla creazione del gioiello, offre all’utente la possibilità di modificare attraverso degli slider il modello tridimensionale, variandone la geometria (torsione, intensità, ampiezza, rotazione, altezza, misura, etc...) o scegliendo il materiale (ottone, bronzo, argento ed ottone placcato in oro). Inoltre, al fine di preservare e mantenere sempre vivo il messaggio vocale che ha generato il gioiello, ovviamente unico per ogni persona, verrà inciso un codice all'interno del gioiello stesso che, se inserito in una sezione del sito permetterà all’utente di riascoltare il suono che ha plasmato e ha dato forma al gioiello. Attualmente è possibile realizzare un solo modello di gioiello, il più significativo ed intimo, il gioiello delle grandi occasioni, quello che, da sempre, segna i momenti più importanti, l’anello. Ma presto arriveranno anche nuovi accessori: bracciali, collane e orecchini saranno i prossimi gioielli personalizzabili Makoo in un mix di tradizione, sperimentazione e innovazione. Ma chi sono i ragazzi di Makoo, com’è nata l’idea e come si è sviluppata? I soci fondatori sono Federico De Simone, ingegnere civile con una grande passione per il fashion, la moda e il business, e Giulio Galassi, premiato designer, laureato presso l’ISIA di Roma, una delle più importanti scuole di design in Italia. Con loro lavora un designer e sviluppatore Javascript, Viktor Malakuczi che è un talentuoso designer ungherese, lui gestisce il software di generazione degli anelli. Infine, collaborano al progetto un tirocinante di design e uno sviluppatore web. “L’idea di base era quella di avvalersi delle moderne tecnologie (software generativi, Stampa 3D, realtà aumentata) al fine di creare, per i nostri clienti, un’esperienza d’acquisto gratificante, creativa, ma soprattutto semplice ed immediata” – racconta Federico – “Makoo, infatti, non è solo un gioiello personalizzato, è un vero e proprio servizio, un’esperienza emotiva oltre che di progettazione e creazione. In un anno di vita, abbiamo già ricevuto numerose attenzioni e riconoscimenti: terza start up classificata in occasione della finale di InnovAction Lab, presentata alla Maker Faire 2013 di Roma, selezionata per l’l’Alpha Program a Dublino e per rappresentare i makers italiani in occasione dell’Italian Innovation Dav in Silicon Valley”. Niente male, considerando che questi tre giovanissimi “cervelli” italiani sono appena all’inizio dell’avventura. Il vostro payoff “Materialize your emotion” è fortemente rappresentativo della vostra vision aziendale. In cosa consiste l’elevato valore simbolico ed emozionale vantato dai gioielli Makoo? “Makoo, come dicevo, è una vera e propria esperienza creativa. Il principale strumento di personalizzazione è un input vocale (pensato per essere un messaggio d’amore, un pensiero, una dedica) che verrà elaborato da un particolare algoritmo in grado di convertire il suono in una forma digitale 3D. Solo il possessore dell’anello avrà la possibilità di ascoltare il messaggio che l’ha generato. Questa esclusività, garantita da un codice segreto inciso all’interno del gioiello, renderà l’accessorio unico, intimo e altamente simbolico”. Il vostro modello di produzione si avvale di tecnologie innovative e, al tempo stesso, di tecniche artigianali tradizionali. In che modo Makoo contribuisce alla tutela ed allo sviluppo del settore manifatturiero classico? “La stampa 3D è una tecnologia che sta rivoluzionando il mondo del design e della creatività. Gli artigiani sono visti al tempo stesso sia come una categoria a rischio che come una figura centrale nell’industria del futuro. Makoo è un esempio evidente di quanto l’esperienza manifatturiera, nel nostro caso quella orafa, non abbia nulla da temere dal progresso tecnologico. Il progresso non si può fermare, ma si può cavalcare. Noi di Makoo cerchiamo di farlo nel modo giusto, credendo nel nostro paese, nella salvaguardia delle eccellenze e in un futuro sostenibile, sotto tutti i punti di vista”. Come funziona il processo di creazione dei gioielli? “Il processo di creazione è abbastanza semplice. Le persone devono andare sul nostro sito e registrare un messaggio vocale contenente le parole che vogliono trasmettere o preservare. Il software analizza la voce in tempo reale e ne estrae i parametri che la rendono unica. Questi vengono utilizzati per modificare il design dei nostri gioielli, creando un oggetto unico al mondo. La creazione dell’utente può essere poi modificata con degli slider e infine mandata in stampa. Utilizziamo tecniche di stampa 3D metallica (argento, acciaio, ottone e ottone placcato oro). Quando l’oggetto arriva a casa, il destinatario trova nella confezione un codice speciale che, una volta inserito nel nostro sito, permette di risalire al messaggio vocale che ha generato l’oggetto, trasmettendo così effettivamente l’emozione che ha dato vita al gioiello”. Cosa vi ha spinti a iniziare questo progetto? “Quello che ci ha spinto a lanciarci in questo progetto è stato InnovAction Lab, un corso di imprenditorialità e startup gratuito, che non solo ci ha insegnato come realizzare una startup ma ci ha dato l’opportunità e il coraggio per farlo”. Com’è nata la vostra attività? “L’idea è venuta per gradi. Inizialmente volevamo esplorare le potenzialità della stampa 3D, così abbiamo iniziato a cercare una soluzione al problema della modellazione. Infatti realizzare modelli geometrici in 3D richiede molte competenze e pratica, per cui abbiamo cercato un modo di rendere questo processo accessibile a tutti. Spinti da questa motivazione e un po’ dai nostri diversi background “artistici” abbiamo pensato che la voce potesse essere un bel modo per creare geometria, e un gioiello il veicolo adatto per l’emotività della voce”. Quali difficoltà avete dovuto affrontare per creare la vostra start up? “Le difficoltà che abbiamo incontrato per ora sono state varie, a cominciare dal reperimento di sviluppatori di alto livello e con propensione al lavoro in team, oltre alle complicazioni dettate dalla burocrazia”. Dove lavorate? “In questo momento la nostra sede operativa è presso H-Farm, forse il più famoso e importante incubatore di startup in Italia, che ha deciso di investire su di noi e ci ha offerto gli spazi per far crescere il nostro progetto. In H-farm il nostro lavoro è quello di rendere realtà la nostra idea. Da quando siamo entrati abbiamo sviluppato il software, comunicato la nostra idea a più persone possibili e realizzato nuovi design. In sostanza, ci siamo concentrati sul “product developement” come si dice in gergo”. Com’è la vostra giornata tipo? “In realtà non esiste una giornata tipo. Ogni giorno abbiamo sfide diverse da affrontare. In generale alla mattina siamo in ufficio, dove sviluppiamo il prodotto, ma poi ogni giorno abbiamo incontri, presentazioni o test, che ci portano ad essere sempre pronti ad improvvisare. A seconda delle cose da fare lavoriamo fino alle 9-10 di sera, ma non abbiamo orari fissi, anche grazie alla tecnologia che ci consente di lavorare ovunque”. Progetti per il futuro? “Domanda difficile quella relativa al futuro. Nell’immediato prevediamo di rilasciare la prima versione acquistabile per gli utenti registrati sul nostro sito. Per il futuro vogliamo realizzare una linea completa di gioielli per lui e per lei, cosa che richiederà sicuramente la ricerca di fondi e l’espansione del team. Abbiamo un altro po’ di progetti, ma ci concentriamo su una cosa alla volta”. Quali consigli daresti a chi ha il sogno di creare una start up ma ha paura di fallire? “La prima cosa è validare la propria idea. Tutti nel mondo hanno bellissime idee, fin quando non ci si accorge che a nessuno interessa quel prodotto o nessuno ha quel problema, o magari da qualche parte nel mondo qualcuno ha già realizzato la tua idea. Quindi, per prima cosa, fare tanta ricerca. La seconda cosa fondamentale è la creazione del team. Si tratta delle persone con cui spenderai la maggior parte del tuo tempo e con cui avrai furiose litigate, a volte, ma con le quali realizzerai la tua idea, quindi devi essere assolutamente certo delle loro capacità, della loro convinzione e di mille altri dettagli, che poi sono ciò che portano una start up al successo o al fallimento. Infine, suggerisco di rischiare e di correre. Oggi il mondo va troppo veloce per chiedere il permesso di cambiare qualcosa o per essere sicuri di andare nella direzione giusta”. (Manuela Minelli)

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