La "Casa Clandestina" deve essere riaperta...
Zannola: Casa Clandestina non è solo un locale: è un presidio sociale, culturale, umano. Uno spazio vivo, dove si studia, si lavora, si condividono idee e passioni. Un punto di riferimento per i giovani. Grande preoccupazione per i livelli occupazionali


riaprite casa clandestina da facebook Zannola
(AGR) Prosegue sul litorale romano la mobilitazione di giovani e cittadini per la riapertura della Casa Clandestina. Il consigliere comunale Giovanni Zannola sulla sua pagina facebook ha scritto: "Ho chiesto al Presidente del X Municipio, Mario Falconi, di incontrare le lavoratrici e i lavoratori della Casa Clandestina, una realtà preziosa che da oltre un mese è costretta alla chiusura. Il sequestro preventivo che l’ha colpita, ad oggi senza una data di fine sequestro ha lasciato circa venti persone senza lavoro e ha interrotto un’esperienza che per Ostia ha significato moltissimo.
La Casa Clandestina non è solo un locale: è un presidio sociale, culturale, umano. Uno spazio vivo, dove si studia, si lavora, si condividono idee e passioni. Un punto di riferimento per i giovani e non solo, che negli anni ha ospitato centinaia di artisti, musicisti, scrittori, poeti. Una comunità che ha saputo creare bellezza, inclusione e opportunità.
Credo che le istituzioni abbiano il dovere di ascoltare. E se possiamo fare qualcosa – come Roma Capitale e Municipio X – per sostenere questa causa, lo faremo.... Sempre nel pieno rispetto delle decisioni della magistratura, ma anche con la responsabilità di chi riconosce il valore insostituibile di luoghi come questo.La Casa Clandestina ha dato tanto al nostro territorio. Ora tocca a noi non lasciarla sola".
Alla richiesta di Zannola si è unito oggi il presidente del X Municipio Mario Falconi: "In relazione all’avvenuto sequestro preventivo del locale denominato “Casa Clandestina”, sito nel territorio di propria competenza amministrativa, il Presidente del X Municipio, dottor Mario Falconi, pur rispettoso per personale convincimento delle decisioni della Magistratura -baluardo della convivenza democratica-non può, per contro, non esprimere la propria preoccupazione per i livelli occupazionali posti a serio rischio, in un territorio che risente di una grave crisi lavorativa.
Non c’è dubbio che, l’eventuale perpetuarsi del sequestro in corso, porterebbe fatalmente al licenziamento, dopo il periodo di possibile cassa integrazione, di circa venti unità lavorative, tutte assunte nel rispetto della normativa vigente.
Se, come parrebbe, il titolare del locale abbia effettivamente ottemperato all’ultima determina notificatagli, cessando l’esecuzione di brani musicali e predisponendo un controllo -tramite terzi- anche all’esterno dell’attività per eliminare possibili rumori disturbanti, sarebbe auspicabile, nel rispetto del riposo delle persone, salvaguardare la prosecuzione dell’attività commerciale, per garantire il posto di lavoro a 20 cittadini del territorio".