Pendolari, possibile contributo da 500 euro?

1. nel curare i suoi interessi, indirettamente, contribuisce allo sviluppo della Regione>
Campania e di Napoli (città presa ad esempio). In pratica contribuisce all’incremento delle risorse finanziarie della Regione e del Comune di residenza attraverso le imposte locali da corrispondere in base alla progressività che caratterizza l’ordinamento tributario italiano.
2. Provocaflussi finanziari positivi, i cosiddetti capitali freschi, rappresentati dagli>
emolumenti che percepisce per il lavoro prestato.
3. Diviene volano dello sviluppo territoriale, creando a catena una quantità di opportunità di lavoro, spendendo il suo stipendio nella Regione Campania.
4. Rappresenta una presenza umana, importante per il cambio generazionale del territorio, evitando l’invecchiamento della popolazione e quindi l’inaridirsi dei territori.
5. Rappresenta una presenza umana come forza di lavoro e di cervelli.
6. Protegge La salvaguardia delle tradizioni e quindi ancora una volta alle economie locali legate agli usi e costumi.
Per questi motivi… (ma ci sarebbe altro da aggiungere e valutare) i pendolari devono essere sostenuti dalla nostra collettività, attraverso un contributo Regionale e Comunale, alle spese che loro sostengono per gli abbonamenti (spese certe). Paradossalmente cosi facendo si potrebbe ottenere anche un aspettoecologico motivandoli ad abbandonare l’auto per i propri spostamenti.
Ritornando ai pendolari, spendono mediamente ogni anno circa 6000,00 euro di>
abbonamenti per la mobilità (circa € 500,00 mensili).
Un contributo ai pendolari potrebbe essere un vero e proprio investimento perché, tornando al nostro pendolare trentenne, con il tempo, non andrà viada Napoli. Valutiamo gli effetti negativi della situazione: il pendolare, sempre più stanco di>
viaggiare, coinvolto da nuove amicizie, nuovi stimoli lavorativi e di crescita professionale, sarà indotto a cambiare il suo status da pendolare a emigrante.
In alcuni casi, con lo sradicamento dalla famiglia, creerà altro danno, portando via altra ricchezza, ad esempio le altre risorse della famiglia (pensioni dei genitori).
Non ci possiamo permettere che questo accada, perché pregiudicherebbe ancora di più l’assetto economico e sociale. Lo Stato, ad esempio, attraverso la dichiarazione dei redditi sostiene i lavoratori che per motivi di lavoro affittano la casa in un’altra città diversa dalla loro residenza, provvedimento che potrebbe avere il suo interesse per le lunghe distanze, dove non è possibile tecnicamente essere un pendolare. Negli altri casi, però, il contributi può essere esteso anchrea quanti scelgono di restare e di fare i pendolari.