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L'alta moda romana in un libro di Giampiero Castellotti

Il giornalista Giampiero Castellotti con Sebastiano Di Rienzo, maestro del fashion internazionale ha voluto ricordare tutti i protagonisti dell'alta moda romana. Nella Capitale molti sarti alla corte di Valentino, come Pierpaolo Piccioli e Maria Grazia Chiuri

printDi :: 25 luglio 2021 15:23
copertina libro

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(AGR) L’alta moda romana della sartoria ha fatto scuola nel mondo. Infinito l’elenco dei nomi che hanno oltrepassato i confini nazionali. Negli anni Venti i primordi di numerosi protagonisti. La famiglia Caraceni, ad esempio, origini abruzzesi ma adozione pienamente romana, dal capostipite Tommaso, classe 1880, ai tre figli sarti di successo, Augusto, Domenico e Galliano. O Nicola Zecca, sartoria in via Ludovisi 46, fornitore della Real Casa e rapporti costanti con Parigi. Del 1920 è la fondazione della sartoria di Giovanni Montorsi, primo atelier in piazza di Pietra, poi via Condotti 65 e via Sistina. Sarto di fiducia di Umberto di Savoia e di numerosi esponenti del fascismo, dopo la sua morte, l’attività è passata alle figlie Adriana e Donatella, che l’hanno chiusa alla fine degli anni Settanta.

Altro importante nome è quello di Fausto Sarli (1927-2010), che ha disegnato abiti, tra le altre, per Lucia Bosè e Mina, uno dei primi “conquistatori” dell’Oriente.Originarie del parmense, ma romane d’adozione, le sorelle Zoe, Micol e Giovanna Fontana sono diventate celebri nel 1949 realizzando l’abito di nozze di Linda Christian. Da allora hanno incarnato un riferimento del jet-set internazionale.

 
Due miti romani hanno segnato la moda parigina. Una è Elsa Schiaparelli, nata a Roma nel 1890 e scomparsa a Parigi nel 1973, insieme a Coco Chanel considerata una delle figure più influenti della moda d’inizio Novecento. Negli anni Trenta lavoravano per lei oltre 400 sarte. È stata l’ideatrice di una tonalità cromatica particolare, il rosa shocking. L’altro è Giuseppe Cifonelli: con il figlio Arturo, che nel 1912 aveva aperto un atelier in via Quintino Sella a Roma, si trasferì a Parigi negli anni Venti, dando vita a quella Maison Cifonelli, tramandata di generazione in generazione, riferimento internazionale con clienti quali Josephine Baker, Marlene Dietrich e il playboy internazionale Porfirio Rubirosa.

A Roma ha sede anche la prestigiosa Accademia nazionale dei sartori, rilanciata nel 1947 dal sarto Amilcare Minnucci, nato ad Alatri (Frosinone) nel 1885, a capo della sartoria Grassi di via del Corso appena ventenne e scomparso nel 1969 dopo una vita ai vertici della professione.

Nella Capitale, molti sarti hanno avuto la consacrazione alla corte di Valentino. Tra questi Pierpaolo Piccioli e Maria Grazia Chiuri, provenienti da Fendi, diventati direttori creativi della maison dello stilista di Voghera. La Chiari, dopo 17 anni da Valentino, è diventata la prima don Alla corte di Valentino s’è formato anche Sebastiano Di Rienzo, nato a Capracotta, paese molisano da dove sono partiti un migliaio di sarti per Roma e romano d’adozione. Per anni presidente della prestigiosa Accademia dei sartori, ricorda i congressi mondiali della sartoria a cui ha partecipato dagli anni Settanta ad oggi in un libro-intervista con il giornalista Giampiero Castellotti (“Sebastiano Di Rienzo, maestro del fashion internazionale”, De Luca editori d’arte). Di Rienzo, tra i sarti più noti in Cina, dove è stato nominato preside onorario presso l’università di Xi-An, attraverso il suo racconto ha voluto ricordare anche i tanti sarti romani e laziali in genere – ad esempio Fabio del Giovine di Viterbo, da lui premiato a Taiwan - che hanno dato un contributo rilevante a questa epopea. na direttore artistico di Dior ed ha ricevuto la Legion d’onore nel 2019, ricevuta tredici anni prima dallo stesso Valentino. 

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