Napoli, le metamorfisi ed il simbolo animale

simbolo animale” a cura di Graziano Menolascina presso Spazio Nea. Nel centro>
storico di Napoli, quattordici Star del panorama artistico internazionale.
Due poli, una continua danza tra progresso e regressione, è qui che si colloca
paesaggio delle metamorfosi umane, osservate e sperimentate dagli artisti in>
mostra con varie tecniche e linguaggi, dalla pittura, alla fotografia, dalla scultura>
al video, all’installazione.
In Andrea Fogli, tramite un simbolismo evocativo, mondo naturale e psichico
sacro e profano si fondono nella composizione di paesaggi lirici. Stessa tensione>
nei lavori fotografici di Matteo Basilè, incentrati sui temi della diversità di genere
del travestitismo, della dialettica corporeità-potere. Mentre l’indagine su corpo e>
anima emerge dalle sculture di Isabella Nurigiani, uomini manichino, abitanti di>
una terra perduta. In sintonia con le leggi primigenie della natura la ricerca di Yo>
Akao che impiega materiali prevalentemente atossici ed eco-compatibili secondo un>
progetto di salvaguardia della natura dalla contaminazione umana. Archetipo e>
mitologia sono il ponte che Vettor Pisani getta tra mondo arcaico e il nonsense>
delle avanguardie storiche. La dialettica tra origine e trasformazione è centrale in>
Matthew Barney che, attraverso l’illusione ottica dello strumento filmico, arriva
mistero della creazione, o a una spiritualità incarnata nelle cellule stesse. Opere da>
cui emerge una condizione postumana in cui l’uomo, tanto naturale quanto>
elettronico, appare lanciato nel superamento dei propri limiti fisici. Sullo stesso>
sentiero Robert Gligorov che, partendo dal corpo e dalle sue metamorfosi reali e>
futuribili, estende la riflessione all’identità. Il suo uomo-asino che mangia le rose –>
novello Lucio – e vomita nuovi fiori, si libera a livello viscerale dalla>
contaminazione del mondo in un rito catartico di rinascita. L’eterno fluttuare tra>
dubbio filosofico e certezze momentanee è affrontato per mezzo dell’autoritratto e>
dello sdoppiamento d’identità da Urs Lüthi. Travestimento e perdita di identità>
anche in Yasumasa Morimura, impegnato a recuperare le origini e le tradizioni del>
popolo giapponese soffocato dall’occidentalizzazione. L’omologazione degli>
individui è il mostro contro cui combatte il “realismo cinico” di Yue Minjun, le cui>
maschere ridenti moltiplicate all’infinito inquietano proprio per l’assenza di>
consapevolezza. Esseri deformati emergono dalle tele di Danilo Bucchi, volti>
abnormi su corpi esilissimi, a evidenziare l’attenzione per l’indagine psicologica di>
individui partecipi di un’umanità impazzita. Immerso in una quotidianità tragica e>
alienante è anche l’uomo di Franco Menolascina che tenta di ristabilire una>
comunicabilità ormai interrotta. Un confronto tra dimensione interiore ed esteriore>
caratterizza la poetica di Felice Levini, in un dialogo libero ma serrato tra forme
contenuto e materia. Nell’opera di Jan Van Oost l’arte è l’unico gancio tra l’uomo>
e il suo essere umano grazie alla capacità che essa ha di operare un taglio nella>
contemporaneità globalizzata lasciando intravedere la dimensione natura
dell’individuo e la sua capacità emozionale rispetto alla vita.
Quattordici artisti raccontano le metamorfosi dell’“uomo umano”, a rischio di>
estinzione – se non ci fosse l’arte a tenerne vivo il senso sacro dell’origine.
Coordinate: via Costantinopoli 53 / piazza bellini 59 80138 Napoli>