Università e lavoro, ecco le principali aree d’impiego e le competenze più richieste nel 2023

Digitale e Innovazione è il settore dove i giovani, studenti e laureati, trovano maggiori sbocchi occupazionali. Queste le indicazioni fornite dalle Statistiche sul lavoro dei primi tre mesi del 2023 elaborate dal Centro di Avviamento alla Carriera della John Cabot University (JCU) di Roma.

printDi :: 29 aprile 2023 16:37
JCU Centro avviamento carriera foto da comnicato stampa

JCU Centro avviamento carriera foto da comnicato stampa

(AGR) Saper lavorare in gruppo e comunicare, scrivere in maniera eccellente, padroneggiare i social media e le nuove tecnologie, sono le competenze al momento più richieste. Digitale e Innovazione è il settore dove i giovani, studenti e laureati, trovano maggiori sbocchi occupazionali.Sono queste, in estrema sintesi, le indicazioni fornite dalle Statistiche sul lavoro dei primi tre mesi del 2023 elaborate dal Centro di Avviamento alla Carriera della John Cabot University (JCU) di Roma. Nello specifico, i dati riguardano sia gli studenti dei percorsi di laurea triennale sia i neolaureati e i giovani col master. L’età è compresa tra i 20 e i 25 anni.

Entriamo nel dettaglio, iniziando dalle aree di occupazione.

Nei primi tre mesi del 2023, quasi la metà dei giovani ha ottenuto una posizione lavorativa nel settore Digitale e Innovazione. Si tratta del 44% e rappresenta la fetta più consistente della torta occupazionale, confermando in rialzo il dato definitivo del 2022 (43%). A seguire ci sono Attivismo e Ricerca, 23%; Formazione, Scrittura e Traduzione, 17%; Finanza e Contabilità, 11%.Anche nel 2019, cioè nel periodo ante Covid, la principale area di impiego risultava Digitale e Innovazione, ma col 24,9%. Ne consegue che negli ultimi quattro anni le opportunità occupazionali in questo settore sono aumentate costantemente, staccando di gran lunga le altre aree.  Veniamo alle competenze (skills) più richieste da aziende, istituzioni, enti pubblici e privati. Sono differenziate in tecniche (hard) e in trasversali o morbide/comportamentali (soft).

Le competenze tecniche più richieste riguardano il saper padroneggiare, nell’ordine: i social media, le nuove tecnologie, i software di analisi dati (R, Python, Stata), i software di video e foto editing, le piattaforme di CRM (Customer Relationship Management).La competenza soft più ricercata è il saper lavorare in gruppo (teamwork). E poi possedere, nell’ordine: eccellenti capacità di scrittura, doti comunicative e relazionali, attitudine al problem solving, proattività.

Il Centro di Avviamento alla Carriera della John  Cabot University organizza tre Career Fair (o Fiere del Lavoro) l’anno e conta 756 aziende partner (erano 650 prima del Covid), nazionali e internazionali. Nel corso di questi appuntamenti i giovani incontrano direttamente i responsabili delle assunzioni delle imprese, potendo effettuare anche più colloqui nella stessa giornata.Bene. Nei primi tre mesi del 2023, l’87,7% dei giovani (quindi nove su dieci) ha ottenuto una posizione lavorativa nel corso dei Career Fair, o al termine di un colloquio seguito a una candidatura inviata dal Centro di Avviamento alla Carriera. Prima del Covid la percentuale era del 76%, a significare una tendenza in decisa crescita.

«Considerando che l’intelligenza artificiale sta dilagando, impadronendosi delle occupazioni svolte dall’uomo, anche e soprattutto di quelle creative come la redazione dei testi, emerge da questi dati quanto per i giovani siano ancora basilari le doti relazionali, il saper scrivere molto bene in italiano (la conoscenza dell’inglese si dà per scontata), avere la capacità di escogitare soluzioni, piuttosto che rimuginare sui problemi. Risulta allo stesso tempo importante saper padroneggiare tutto ciò che di nuovo, giorno dopo giorno, fornisce la tecnologia», ha spiegato Antonella Salvatore, docente di Marketing e direttrice del Centro di Avviamento alla Carriera della JCU.

«Dobbiamo prendere atto che i lavori mutano di continuo e sempre più velocemente. Per gli studenti è quindi fondamentale imparare ad adattarsi ai cambiamenti. Di conseguenza, l’università deve impegnarsi, sempre di più, nell’insegnamento delle soft skills e del pensiero critico», ha concluso la professoressa Antonella Salvatore. 

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