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L’erosione marina minaccia la riserva di Macchiatonda

print20 dicembre 2016 10:06
L’erosione marina minaccia la riserva di Macchiatonda
La Riserva Naturale Regionale Macchiatonda è a rischio erosione. L’allarme lo ha lanciato nel corso di un educational tour nei parchi del Lazio il direttore della Riserva Francesco Montero: “L’erosione ci preoccupa. Il mare è oramai a ridosso delle zone umide che dovranno essere arretrate rispetto all’attuale linea della costa. E’ necessario, comunque, un intervento della Regione. Un ripascimento soft, ossia una ricostruzione dell’arenile con un semplice riversamento di sabbia. In caso contrario, con la salinizzazione degli stagni, si rischia di disperdere il patrimonio ambientale della riserva”. Istituita con legge regionale nel 1983, sul litorale laziale, Macchiatonda (il nome deriva da un boschetto costiero di alloro di forma circolare e parzialmente andato perduto per un incendio) si estende su 250 ettari di pianura costiera, 50 km a nord di Roma ai piedi delle colline dove i monti della Tolfa e colli Ceriti si incontrano, tra Ladispoli e Santa Marinella.

“La soluzione alternativa – spiega Montero - potrebbe essere quella di spostare all’interno dell’area B di 4-500 metri gli stagni costieri, in modo da evitare le infiltrazioni di acqua salata e quindi l’abbandono dell’area umida da parte delle specie presenti”.

Il Territorio, per le sue caratteristiche, fa sì, infatti, che alcuni stagni artificiali siano una grande attrattiva per decine di varietà di uccelli ed altri animali, e di conseguenza, anche per birdwatchers appassionati o semplici cittadini desiderosi di osservare una natura incontaminata, dai capanni a bordi dei laghetti.

La riserva, amministrata dal comune di Santa Marinella, deve la sua integrità anche alla presenza di due poligoni militari, che delimitano la zona B, attualmente area agricola, che negli anni, hanno garantito la protezione della riserva.

L’Area attrae, infatti, i rappresentanti di quasi tutte le famiglie di uccelli, che sono presenti nell’arco dell’anno con oltre 200 specie come il raro gabbiano corso (Larus adonii), il beccapesci, le varie starne e d’inverno il cormorano. Tra i rapaci sono frequenti gli avvistamenti del falco di palude, il gheppio, il pellegrino e varie albanelle, oche selvatiche, fischioni, canapiglie, mestoloni e alzavole oltre ai nidificanti folaga, germano reale, tuffetto e gallinella d’acqua.

Tra le specie osservate dai birdwatchers anche il Tarabuso e tarabusino, oltre ai comuni aironi cenerino e garzetta.

Grazie alla presenza di stagni e quindi alle caratteristiche della zona umida, gli invertebrati al primo stadio dei consumatori (crostacei, insetti, girini) generano opportunità alimentari per la rana verde, il rospo comune e lo smeraldino. Il tritone comune e le raganelle preferiscono le piccole piscine stagionali intorno al boschetto. Tra I rettili sono presenti la natrice dal collare e tassellata, il biacco, il saettone e il cervone. Nel territorio è presente anche la testuggine palustre, la tartaruga terrestre, il ramarro e l’ubiquitaria lucertola muraiola.

L’erosione marina minaccia la riserva di Macchiatonda

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