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Napoli, le metamorfisi ed il simbolo animale

print06 marzo 2014 17:19
Napoli, le metamorfisi ed il simbolo animale
(AGR) Giovedì 13 marzo 2014 alle 18,30 inaugura la mostra “La metamorfosi e

simbolo animale” a cura di Graziano Menolascina presso Spazio Nea. Nel centro>

storico di Napoli, quattordici Star del panorama artistico internazionale.

Due poli, una continua danza tra progresso e regressione, è qui che si colloca

paesaggio delle metamorfosi umane, osservate e sperimentate dagli artisti in>

mostra con varie tecniche e linguaggi, dalla pittura, alla fotografia, dalla scultura>

al video, all’installazione.

In Andrea Fogli, tramite un simbolismo evocativo, mondo naturale e psichico

sacro e profano si fondono nella composizione di paesaggi lirici. Stessa tensione>

nei lavori fotografici di Matteo Basilè, incentrati sui temi della diversità di genere

del travestitismo, della dialettica corporeità-potere. Mentre l’indagine su corpo e>

anima emerge dalle sculture di Isabella Nurigiani, uomini manichino, abitanti di>

una terra perduta. In sintonia con le leggi primigenie della natura la ricerca di Yo>

Akao che impiega materiali prevalentemente atossici ed eco-compatibili secondo un>

progetto di salvaguardia della natura dalla contaminazione umana. Archetipo e>

mitologia sono il ponte che Vettor Pisani getta tra mondo arcaico e il nonsense>

delle avanguardie storiche. La dialettica tra origine e trasformazione è centrale in>

Matthew Barney che, attraverso l’illusione ottica dello strumento filmico, arriva

mistero della creazione, o a una spiritualità incarnata nelle cellule stesse. Opere da>

cui emerge una condizione postumana in cui l’uomo, tanto naturale quanto>

elettronico, appare lanciato nel superamento dei propri limiti fisici. Sullo stesso>

sentiero Robert Gligorov che, partendo dal corpo e dalle sue metamorfosi reali e>

futuribili, estende la riflessione all’identità. Il suo uomo-asino che mangia le rose –>

novello Lucio – e vomita nuovi fiori, si libera a livello viscerale dalla>

contaminazione del mondo in un rito catartico di rinascita. L’eterno fluttuare tra>

dubbio filosofico e certezze momentanee è affrontato per mezzo dell’autoritratto e>

dello sdoppiamento d’identità da Urs Lüthi. Travestimento e perdita di identità>

anche in Yasumasa Morimura, impegnato a recuperare le origini e le tradizioni del>

popolo giapponese soffocato dall’occidentalizzazione. L’omologazione degli>

individui è il mostro contro cui combatte il “realismo cinico” di Yue Minjun, le cui>

maschere ridenti moltiplicate all’infinito inquietano proprio per l’assenza di>

consapevolezza. Esseri deformati emergono dalle tele di Danilo Bucchi, volti>

abnormi su corpi esilissimi, a evidenziare l’attenzione per l’indagine psicologica di>

individui partecipi di un’umanità impazzita. Immerso in una quotidianità tragica e>

alienante è anche l’uomo di Franco Menolascina che tenta di ristabilire una>

comunicabilità ormai interrotta. Un confronto tra dimensione interiore ed esteriore>

caratterizza la poetica di Felice Levini, in un dialogo libero ma serrato tra forme

contenuto e materia. Nell’opera di Jan Van Oost l’arte è l’unico gancio tra l’uomo>

e il suo essere umano grazie alla capacità che essa ha di operare un taglio nella>

contemporaneità globalizzata lasciando intravedere la dimensione natura

dell’individuo e la sua capacità emozionale rispetto alla vita.

Quattordici artisti raccontano le metamorfosi dell’“uomo umano”, a rischio di>

estinzione – se non ci fosse l’arte a tenerne vivo il senso sacro dell’origine.

Coordinate: via Costantinopoli 53 / piazza bellini 59 80138 Napoli>

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