Stanziamenti minimi per i pendolari
(AGR) “Fateci uscire dalla preistoria” è lo slogan dei volontari di Legambiente che hanno manifestato stamattina a Roma e in altri appuntamenti di fronte alle stazioni d’Italia, dal Veneto alla Sicilia, con un mega poster degli “Antenati” per rimarcare l'abbandono di molte stazioni, la vetustà dei treni, la soppressione delle corse, il sovraffollamento e i ritardi, l’incertezza dei finanziamenti e del futuro di un settore che interessa quasi tre milioni di cittadini nel Paese. Delle 20 linee pendolari più frequentate d'Italia le prime quattro sono “laziali”, sette su venti nel complesso, tutte tra i primissimi posti nazionali. La più affollata linea pendolare italiana è la Roma–Lido che trasporta ben 90mila pendolari ogni giorno dai comuni del litorale e da Ostia verso Roma, con 28,791 km di lunghezza, 13 fermate e 150 corse al giorno. Segue nella classifica delle linee più frequentate la Roma nord – Viterbo con 75.000 passeggeri al giorno e poi, ancora, la FL1 Fiumicino Aeroporto-Orte, con le sue 65mila persone al giorno nonostante la capienza di 50mila, unica linea in Italia con i parametri considerati per essere classificata come di “serie A” anche se il servizio effettuato è spesso in ritardo e la linea soffre l’eccessivo affollamento, aggravato anche dalla scarsa attenzione a servizi e pulizia sia dei treni sia delle stazioni; ancora a seguire, la FL3 Roma Ostiense-Viterbo con 65.300 passeggeri al giorno, classificata di “serie B” per il materiale rotabile dedicato al servizio pendolare e la frequenza di 15-30 minuti.“A Roma e nel Lazio si muovono un quinto dei pendolari italiani, eppure per treni e bus le risorse sono sempre ridicolmente poche e sempre più incapaci di soddisfare i bisogni dell'utenza, eppure i soldi per le strade ci sono sempre -attacca Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio-. Nell'ultimo anno il servizio ha subito tagli programmati e di fatto per continui guasti dovuti alla scarsa manutenzione e al mancato rinnovo del materiale rotabile, con aumenti delle tariffe dei biglietti e degli abbonamenti ai quali non è corrisposto un bel nulla in termini di miglioramento del servizio, anzi. Vanno trovati i fondi, eliminando le infrastutture inutili e devastanti, a partire da quelle stradali come il GRA bis o l'autostrada Pontina, spostando poi gli investimenti anche privati sui binari, le fermate e le stazioni, sul servizio su gomma del Cotral che va salvaguardato, con nodi intermodali di scambio tra bus e treni, corsie protette e riservate. Vanno allora subito ridefinite le priorità, trovando soluzioni per il trasporto pubblico, ascoltando e dialogando con comitati pendolari e associazioni.”