Gianluca Vialli, Mary Main, attaccamento e perdita dei legami affettivi
Questa settimana affrontiamo il tema dell'attaccamento e della relativa perdita.
(AGR) Autore: Roberto Noccioli
L' altro ieri, 6 gennaio 2023, scivolando tra i post social ero bombardato di immagini e racconti della morte prematura di Gianluca Vialli, noto ex calciatore italiano. Post di commiato, di tristezza, brevi racconti sulle sue gesta e su come ha affrontato la sua malattia. Nonostante il mio poco interesse per il calcio, non posso negare un minimo di commozione, non tanto per il calciatore, ma per l’uomo, verso il quale a suo tempo nutrivo una certa simpatia.
Scivolando tra i post però un'altra notizia ha catturato la mia attenzione, un'altra perdita importante, non per il mondo dello sport, ma per il modo della psicologia. Un post di una scuola di psicoterapia comunicava la morte di Mary Main. Psicologa dello sviluppo, ricercatrice e docente universitaria, è stata una delle figure più influenti nel campo della psicologia degli ultimi decenni. A lei dobbiamo un buon pezzo dello sviluppo degli studi sulla teoria dell'attaccamento, ideata da John Bolwby, approfondita dalla sua allieva Mary Ainsworth, di cui la Main fu allieva e collaboratrice.
Cos’è la teoria dell’attaccamento
La teoria dell’attaccamento costituisce un ponte tra la psicologia e la biologia e ci spiega l’innato bisogno del bambino (e non solo) di costruire un legame con una figura che si possa prendere cura di lui e gli possa garantirgli protezione, supporto e quindi la sopravvivenza. Per assicurarsi questo legame il bambino impara presto a selezionare i comportamenti utili a mantenere la vicinanza della figura di riferimento ed evitarne l’allontanamento, rispondendo ai comportamenti messi in atto da quest’ultima. La selezione di tali comportamenti consente di costruire un sistema di previsione che guida il bambino nella relazione con l’adulto. Tali modelli previsionali, una volta strutturati, tendono a mantenersi stabili nel tempo, guidando il comportamento dell’umano nelle relazioni affettive.
Proprio per questo la teoria dell’attaccamento non solo ci permette di osservare e spiegare la relazione bambino-adulto, ma ci permette anche di indagare i legami affettivi in età adulta. Il comportamento di attaccamento, proprio come sosteneva Bowlby, caratterizza l’essere umano dalla culla alla tomba.
Il contributo di Mary Main
Gli studi di Mary Main si caratterizzano sull’osservazione dell’attaccamento in età adulta. A lei ed ai suoi collaboratori si deve la costruzione e validazione della Adult Attachment Interview (AAI), un’intervista semi-strutturata che permette di indagare la rappresentazione che l’adulto ha del proprio attaccamento (dei suoi modelli operativi interni), attraverso la condivisione di ricordi della propria infanzia. Attraverso l’analisi delle risposte è possibile inserire la persona in una delle quattro stili di attaccamento negli adulti.
• Sicuro: descrive la relazione di attaccamento in modo equilibrato e coerente.
• Distanziante: mostra buchi di memoria rispetto agli eventi specifici. Descrivono la relazione di attaccamento minimizzando gli aspetti negativi. Il discorso appare in parte contraddittorio e mostrano un atteggiamento difensivo.
• Preoccupato: mostra preoccupazione rispetto alla relazione con i propri genitori, rispetto ai quali si mostra ambivalente. Il racconto tende ad essere incoerente.
• Non risolto: evidenzia traumi legati a perdite o ad abusi che non sono stati risolti.
Mary Main ha dato anche un altro importantissimo contributo agli studi dell’attaccamento, individuando che non sempre il bambino riesce ad organizzare una strategia di comportamento di attaccamento coerente. Questo stile di attaccamento, che viene definito “disorganizzato”, viene indicato come un fattore di rischio nell’insorgenza di disturbi psicologici.
Tornando da dove siamo partiti, che c’entra Gianluca Vialli con Mary Main? Assolutamente nulla, l’unica cosa che li accomuna in questo momento è la loro scomparsa ed il vissuto di perdita provato. Apparirò sicuramente blasfemo ai più paragonando due persone così distanti tra loro e che hanno nulla a che spartire l’una con l’altra. Per qualcuno sarà più importante l’uno, per qualcun altro l’altra, possiamo però fare la nostra partita di pallone senza necessariamente conoscere Gianluca Vialli, così come possiamo mettere in atto i nostri comportamenti di attaccamento senza conoscere Bowlby, Ainsworth o Mary Main. La morte è ‘na livella diceva Totò. Ciò che accomuna è il senso di perdita che stanno provando in questo momento coloro che sentono un legame affettivo con uno o entrambi.