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Sanità al Collasso: La Privatizzazione che Uccide la Cura

Liste d’attesa infinite, medici di famiglia burocrati, cure negate: il lento suicidio del sistema sanitario pubblico italiano

printDi :: 21 aprile 2025 10:50
Sanità in crisi

Sanità in crisi

(AGR) Tic tac: il rumore della sanità che muore Tic tac, è il rumore delle lancette che si muovono nell’orologio. Tic tac è il rumore che l’anziano sente mentre la sua vita scorre lentamente verso la fine. Un tempo, la sanità era il presidio della cura, il bastione della speranza. I medici giuravano di salvare vite, di assistere fino all’ultimo respiro. La medicina si evolveva, l’aspettativa di vita saliva, si combattevano malattie che un tempo condannavano senza appello.

Oggi, invece, si muore di indifferenza.

 
Non è più la malattia a mietere vittime, ma un sistema sanitario in frantumi. Un sistema dove ottenere una visita specialistica tramite ASL è ormai un’utopia, dove le liste d’attesa sono chilometriche e la burocrazia cancella la dignità.

I medici di famiglia: da curanti a burocrati

Una volta erano il primo baluardo, coloro che conoscevano ogni paziente per nome, che salivano le scale per visitare il malato con la febbre a 40. Oggi, il medico di famiglia è un burocrate col camice, che timbra ricette, valuta l’appropriatezza prescrittiva e invita il paziente, anche grave, a “passare in ambulatorio… e solo su appuntamento”.

Il concetto stesso di “cura” si è svuotato. Non conta più l’ascolto, la visita, la relazione umana. Conta l’età, la diagnosi e il costo della cura. E così, lentamente, si diventa numeri. Non più vite, ma spese da contenere.

Dall’Ippocrate all’Ipocrita

Il Giuramento di Ippocrate è diventato – come lo chiamano amaramente molti pazienti – il Giuramento dell’Ipocrita. Si valuta l’aspettativa di vita come un parametro economico, non come una sfida umana. Si nega la cura perché “non conviene”. Si rinuncia alla ricerca della guarigione, classificando ogni malattia come “cronica” e lasciando che il corpo ceda, lentamente, da solo.

Il business dell’intramoenia

Nel frattempo, la medicina si privatizza. Gli ospedali diventano SPA sanitarie dove le prestazioni in intramoenia – a pagamento – vengono garantite in tempi rapidi, mentre quelle in convenzione ASL restano impantanate nei calendari eterni.

Una risonanza magnetica urgente può costare centinaia di euro in privato, oppure essere disponibile – con fortuna – tra 12 mesi tramite il SSN. Questo non è welfare. Questo è un sistema selettivo che esclude chi non ha mezzi, trasformando il diritto alla salute in un lusso da ricchi.

Anziani in Ospedale

Anziani in Ospedale

Assicurazioni e anziani: il paradosso dell’età

Molti parlano di assicurazioni sanitarie integrative, dimenticando però che queste non accettano pazienti anziani o affetti da patologie gravi. La transizione da sanità pubblica a sistema assicurativo non è solo ingiusta, è impossibile per chi ha più bisogno di essere curato.

La vera soluzione? Ridurre i malati

Nel cinico linguaggio dei numeri, la soluzione è semplice: meno malati uguale meno costi. E così il sistema “istruisce” i medici a minimizzare, a non approfondire, a non curare. Un paziente che non guarisce non genera spese aggiuntive, ma muore in silenzio, senza peso per lo Stato. Questa non è evoluzione. È regressione etica. È la sconfitta della medicina, della società, dell’umanità.

Abbiamo pagato contributi per tutta la vita. Abbiamo creduto nella sanità pubblica. E oggi siamo traditi. La salute non è un privilegio, è un diritto. Ed è tempo di alzare la voce, prima che quel tic tac diventi il suono di una sanità definitivamente perduta.

Dati Statistici:

Distribuzione della popolazione italiana per fasce d'età (2024)
Età media: 46,6 anni (48 anni per le donne, 45,2 per gli uomini), in crescita rispetto al 2023 .Sono Previdente+6RaiNews+6ANSA.it+6
0-14 anni: 12,2% della popolazione .
15-64 anni (età lavorativa): 63,5% .
65 anni e oltre: 24,3% .
80 anni e oltre: 7,7% .
Centenari (100 anni e oltre): 22.552 persone, con oltre l'80% di sesso femminile .

Distribuzione della popolazione italiana

Distribuzione della popolazione italiana

Invecchiamento della popolazione: L'Italia presenta un indice di vecchiaia del 199,8%, indicando quasi due anziani ogni giovane sotto i 15 anni .

Declino della natalità: Il numero di bambini sotto i 10 anni (4,44 milioni) è inferiore a quello degli ultraottantenni (4,55 milioni) .
Speranza di vita: 80,5 anni per gli uomini e 84,8 anni per le donne, ancora inferiore ai livelli pre-pandemici .
Aumento della domanda di assistenza: La crescente popolazione anziana richiede più servizi sanitari, mentre la disponibilità di medici di famiglia e strutture pubbliche non è aumentata proporzionalmente.
Privatizzazione delle cure: Le lunghe liste d'attesa nel sistema pubblico spingono molti cittadini verso prestazioni a pagamento, aumentando le disuguaglianze nell'accesso alle cure.
Carenza di medici di famiglia: Molti medici di base sono sovraccarichi di lavoro e limitati da vincoli burocratici, riducendo la qualità dell'assistenza primaria.

L'Italia affronta una sfida demografica significativa, con una popolazione che invecchia rapidamente e un sistema sanitario sotto pressione. 

Tendenze demografiche recenti

Nascite: nel 2024, i nati residenti in Italia sono stati circa 370.000, in diminuzione rispetto all'anno precedente.

Decessi: circa 651.000, con un saldo naturale negativo di 281.000 unità.

Popolazione straniera: 5,4 milioni di residenti, pari al 9,2% della popolazione totale, con una crescita del 3,2% rispetto all'anno precedente.

Questi dati evidenziano una continua diminuzione della popolazione italiana, con un saldo naturale negativo e una crescita della componente straniera.

Tendenze demografiche

Tendenze demografiche

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