Diabete tipo 1, FID: lo screening su larga scala “si può fare”
La Fondazione Italiana Diabete accoglie con favore i risultati dello studio D1Ce condotto dall’ISS in 4 regioni pilota. Positivi anche i dati emersi dallo studio UNISCREEN, sulla buona accoglienza dei test presso la popolazione: il 90% dei partecipanti considera pratico il prelievo capillare.


(AGR) “I risultati del progetto ‘D1Ce Screen’ hanno dimostrato la fattibilità di uno screening su larga scala del diabete tipo 1 e della celiachia e rappresentano un’occasione preziosa per dare nuovo slancio al percorso di implementazione della Legge 130/2023. Ora serve accelerare sui decreti attuativi che permetteranno di applicare la normativa in tutto il Paese, estendendo gli screening a livello nazionale”. Così Nicola Zeni, presidente della Fondazione Italiana Diabete (FID), è intervenuto al convegno promosso oggi dall’Istituto Superiore di Sanità durante il quale sono stati presentati i risultati di “D1Ce Screen”.
Lo studio, che ha coinvolto quattro regioni pilota (Lombardia, Marche, Campania e Sardegna) arruolando su base volontaria oltre 5.000 bambini sottoposti a ricerca degli anticorpi specifici per diabete 1 e celiachia, è stato condotto dall’ISS, in convenzione con il Ministero della Salute e implementato da uno “steering commitee” che comprende, oltre ad ISS, la SIEDP (Società Italiana Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica), la FIMP (Federazione Italiana Medici Pediatri) e proprio FID (Fondazione Italiana Diabete), che quattro anni fa ha dato il via al percorso che ha portato alla legge. L’obiettivo del D1Ce Screen era evidenziare la sostenibilità da parte del Servizio Sanitario Nazionale, le potenzialità, le criticità organizzative e i costi-benefici di un potenziale screening su scala nazionale delle due patologie, così come previsto dalla Legge 130/2023.
“Sia D1Ce sia UNISCREEN hanno dimostrato come gli screening siano sostenibili e ben tollerati dalla popolazione. Adesso bisogna portarli al più presto in tutte le Regioni italiane. Il nostro impegno per raggiungere questo obiettivo è iniziato nel 2021, quando abbiamo dato impulso al percorso parlamentare culminato con la Legge 130/2023. Ne abbiamo sostenuto l’iter approvativo e oggi continuiamo a vigilare affinché diventi realtà, scongiurando che i bambini italiani destinati ad avere il diabete di tipo 1, sviluppino i sintomi più pericolosi della malattia, come la chetoacidosi, che può essere letale. Inoltre, ci auguriamo che la possibilità di monitorare questi bambini, come mai fatto finora, apra nuovi orizzonti verso una maggiore comprensione delle cause della malattia e verso terapie sempre più efficaci”, conclude Zeni.
diabete foto pixabay archivio AGR