Neonata salvata al Meyer grazie a una rara diagnosi prenatale e a un complesso intervento chirurgico

Eccezionale lavoro multidisciplinare al Meyer: una neonata salvata grazie a una diagnosi prenatale rara e a un intervento chirurgico urgente all’intestino. La testimonianza dei genitori

printDi :: 25 gennaio 2024 12:37
Neonata salvata al Meyer grazie a una rara diagnosi prenatale e a un complesso intervento chirurgico

Neonata salvata al Meyer grazie a una rara diagnosi prenatale e a un complesso intervento chirurgico

(AGR) Una neonata è stata salvata presso l'IRCCS AOU Meyer di Firenze, grazie a una diagnosi prenatale eccezionale e a un intervento chirurgico urgente, realizzato a poche ore dalla nascita. La piccola, originaria della Calabria, dopo quasi cinque mesi di cure, ha potuto finalmente fare ritorno a casa.

La diagnosi prenatale. La vicenda inizia ad agosto, quando la futura mamma, su suggerimento del suo ginecologo, si reca al Meyer alla 31ª settimana di gravidanza. Qui, un'ecografia eseguita dal dottor Roberto Biagiotti, responsabile della Diagnosi prenatale del Meyer, rivela una grave anomalia: una severa dilatazione delle anse intestinali del feto, indicativa di un'acuta patologia intestinale. Non solo: durante questa valutazione, stimando il benessere fetale attraverso l’ecografia doppler, il team della Diagnosi Prenatale evidenzia una condizione di grave anemia fetale.

Il lavoro del team multidisciplinare del Meyer. Il dottor Biagiotti attiva subito una consulenza con il professor Antonino Morabito, responsabile della Chirurgia Pediatrica del Meyer. La diagnosi confermata porta a un cesareo d'urgenza a Careggi, seguito da un tempestivo trasferimento della neonata presso la Terapia Intensiva Neonatale del Meyer per l'intervento. La piccola subisce una resezione massiva dell'intestino tenue, di cui il 75% risultava compromesso, ed una tubostomia, una tecnica alternativa alla stomia convenzionale, messa a punto dal professor Morabito stesso. Grazie a questa tecnica i chirurghi hanno creato una derivazione intestinale esterna, posizionando poi la nutrizione parenterale. La bimba è stata quindi presa in carico dalla Terapia Intensiva Neonatale del Meyer, guidata dal dottor Marco Moroni, fino al momento del secondo intervento chirurgico.

La ricostruzione intestinale. Dopo tre mesi, la bambina affronta questa seconda, delicata, operazione. Il professor Morabito e il suo team - tra i massimi esperti nel settore della chirurgia di ricostruzione autologa per pazienti affetti, come la piccola, da sindrome dell’intestino corto - hanno eseguito un delicato intervento di ricostruzione intestinale autologa che, mediante tecniche di rimodellamento, ha garantito un nuovo intestino che possa funzionalmente e fisiologicamente garantire a questa bambina una vita normale in futuro.

Le parole dei genitori. Pochi giorni fa, dopo una lunga degenza in TIN e in Chirurgia Pediatrica, la piccolina è tornata finalmente a casa: sta bene e progressivamente potrà cominciare ad alimentarsi naturalmente, senza ricorso alla nutrizione parenterale. Raccontano i genitori: “Per tanti mesi il Meyer è stato la nostra casa, a 360 gradi. Hanno prima salvato la nostra bambina, che senza quella diagnosi prenatale non ce l’avrebbe fatta. Poi, oltre all’assistenza sanitaria fornita a lei, hanno aiutato noi a trovare una sistemazione in una delle strutture della rete di accoglienza, ci hanno fornito assistenza psicologica e spirituale, oltre ai teleconsulti con i medici in Calabria per preparare il ritorno a casa, spiegandoci tutto passo passo, con grande umanità e professionalità. Per questo non possiamo che ringraziarli uno ad uno”.

25/01/2024 11.02

Foto da comunicato stampa tratto da Met.

Ospedale Pediatrico Meyer

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