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Ciclone Felix si abbatte sul Genoa

Genoa-Roma 0-2

printDi :: 23 novembre 2021 10:48
Ciclone Felix si abbatte sul Genoa

(AGR) Genoa-Roma è stata giocata a ritmi piuttosto blandi. Noiosetta in alcuni tratti, non è stata all’altezza delle aspettative che, per un verso o per l’altro, era lecito aspettarsi da entrambe. Quanto al Genoa, tenuto conto dei cambiamenti che sono avvenuti e stanno avvenendo al suo interno - nuova proprietà (alla quale auguriamo di conquistare la stella del decimo scudetto), nuovo allenatore (Andry Shevchenko) - ma soprattutto della sua classifica, che alla vigilia della gara con i giallorossi la vedeva a 9 punti, 3 in più del fanalino di coda Cagliari, a 6 punti, ci si aspettava qualcosa di più. In fondo, si considerava, Shevchenko è allenatore di livello internazionale e la sua filosofia di gioco, per forza di cose, deve risentirne in positivo.

Invece, abbiamo visto un Genoa contratto, timoroso, in evidente disagio tecnico, tattico e fisico, specie nel secondo tempo. Forse, Shevchenko, a digiuno della nostra serie A da anni, vista la sua non frequentazione del nostro calcio ormai da parecchio tempo, ha preferito mantenere un atteggiamento guardingo, per poi cercare di piazzare la stoccata decisiva al momento giusto.

 
E, in realtà, al 72’ per poco non ci riusciva con Sturaro, provvidenzialmente anticipato a pochi centimetri dalla porta da El Shaarawy, accorso alla bisogna. Ecco, il Genoa è stato tutto qui, per il resto della gara mai rendendosi pericoloso o quantomeno riuscire ad impensierire i giallorossi.

Per il mister genoano si profilano grandi lavori di resettaggio, per non dire di restauro. In bocca al lupo, Andry! Per la Roma, invece, dopo la burrasca sul Canal Grande, quella di Marassi doveva essere l’occasione giusta per riprendere a immagazzinare punti, per riprendere l’inseguimento.

Coincidenze favorevoli che si sono verificate hanno favorito il ritorno al quinto posto in classifica. Nel merito della partita, non è che la Roma abbia fatto chissà cosa: ha fatto la sua partitella, né più né meno, portandola a casa grazie alle magie di Felix, autentico ciclone che in pochi minuti ha sconquassato Marassi.

Ma sovente, la squadra giallorossa è apparsa lenta, a tratti svogliata. Così, tra il pressappochismo nell’affrontare la gara, evidenziato dai tanti, troppi errori di impostazione e di finalizzazione dei giallorossi, e le occasioni gettate al vento – ne abbiamo contate quattro, autori, tra gli, altri Shomurodov e Mkhitaryan – che non hanno fatto altro che rinfocolare vecchie accuse di faciloneria, presupponenza e mancanza di concentrazione, che già nella scorsa stagione erano state addossate a qualche giocatore giallorosso.

Nello sparuto gruppetto dei tifosi arrivati fino a Marassi e delle legioni rimaste a casa a seguire la partita sui vari media, cominciava a serpeggiare la convinzione che la gara fosse ormai destinata ad uno squallido 0-0, che, vista l’agguerritissima concorrenza, sarebbe servito a ben poco, e forse, dal punto di vista psicologico, sui giocatori avrebbe potuto avere effetti deleteri anche a lunga scadenza.

Forse, ma non lo sapremo mai, Mourinho ha percepito il malumore che andava montando nella corte giallorossa presente a Marassi e allora ha deciso per il tutto per tutto: metto dentro ‘sto ragazzino che è veloce e chissà, magari mi butta un pallone in area e… Dunque, fuori Shomurodov e dentro Felix Afena Gyan, ragazzo ghanese di diciotto anni, colonna della primavera giallorossa. Siamo al 75’: fiutata l’aria che tira, Felix si butta subito nella mischia creando scompiglio nell’ordinato schieramento rossoblu, gettandosi su ogni palla che gli capita tra i piedi.

All’82’, Mkhitaryan viaggia palla al piede verso la porta genoana e arrivato ai ventidue metri la mette sulla destra dell’area dove stava sopraggiungendo a tutto gas Felix, questi, arrivato preciso all’appuntamento, con un diagonale perfetto manda il pallone alle spalle dell’incolpevole Sirigu. La reazione del Genoa non arriva e la Roma ne approfitta per mettere al sicuro i preziosissimi tre punti: spingi spingi, in pieno recupero Felix riceve palla, stavolta è spostato sul centro-sinistra, e, senza perdere tempo, dai venti metri spara una sassata di destro a giro che Sirigu, l’ottimo portiere genoano, più che vederla può intuirne l’arrivo dal sibilo che avrà sicuramente percepito: è in questo momento che Felix Afena-Gyan entra definitivamente nei cuori dei tifosi romanisti. Autentica magia, il goal mette in cassaforte la vittoria della Roma.

Bene, è finita a tarallucci e vino, nel senso che, come sempre, la vittoria fuga le perplessità nate e cresciute dopo le note vicissitudini vissute in campionato ed in coppa Conference, ma non fa dimenticare la bruttezza di certe performance della Roma, culminate, ahinoi!, con le pesanti sconfitte con Bodo Glimt e Venezia. Non può essere una giustificazione, quindi, quanto affermato in sostanza da Josè Mourinho nel postpartita, che riportiamo con beneficio di inventario, cioè che questa squadra non è stata costruita per giocare in questo modo. Una frase un po’ sibillina che non può più avere una sua valenza dopo tredici giornate di campionato, quattro di Conference, e tante di precampionato.

Tempo per conoscere i giocatori e dare un gioco, una personalità, insomma trovare la squadra e renderla competitiva, ne ha avuto abbastanza. Adesso bisogna cominciare a crescere. E magari, avvicinandosi il cosiddetto mercato di riparazione, invece di andare a cercare chissà chi chissà dove sarebbe bene cominciare a guardarsi in giro qui in Italia, non solo nelle serie maggiori, ma anche nei campionati regionali, fucina inesauribile di talenti che rischiano di rimanere inespressi. Da ultimo vogliamo ricordare a chi di dovere che i colori della maglia della Roma sono quelli, gloriosi, della Città Eterna: il giallo ocra ed il rosso carminio, mentre in trasferta la maglia è bianca bordata con quei colori. A Marassi, invece, i giocatori hanno indossato una ridicola maglia arancione, corredata di strisce diagonali rossoblu altrettanto ridicole, colori che fanno tanto squadretta dopolavoristica, ma nulla hanno a che fare con la maglia dell’Urbe.

Che dire? Omaggio alla Provincia di Roma, ma a che pro, i cui colori sono appunto il rosso e il blu? Bizzarra americanata? Clamorosa sbadataggine di qualche addetto al marketing dell’abbigliamento, cui non è stato spiegato bene quali siano i colori della Roma? Mah! C’è tempo per riparare a tutto, magari a partire dalla prossima trasferta.                                                                                                                                                                                                                               

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