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La Roma in versione extra lusso travolge (4-1) un’ottima Atalanta al Gewiss Stadium

Zaniolo, Smalling e due volte Abraham firmano lo storico poker della Roma

printDi :: 20 dicembre 2021 23:56
La Roma in versione extra lusso travolge (4-1) un’ottima Atalanta al Gewiss Stadium

(AGR) La Roma va in vantaggio subito, al 1’, con Abraham: l’inglese, vigilato speciale, liberatosi di Palomino si ritrova davanti il muro Hateboer, ma il pallone rimpalla e il portiere Musso è messo fuori causa. Orobici punti sul vivo, ma visto che il pareggio non arriva con le buone ci danno dentro con le cattive: De Roon si dà un gran daffare e al 7’ rimedia il giallo per un intervento su Zaniolo e di lì a poco, al 17’, meriterebbe un altro giallo per un intervento sull’occhio di Mkhataryan, ma, l’armeno a terra dolorante, inspiegabilmente l’arbitro Irrati sorvola. Ma l’olandese non è il solo a picchiare: della compagnia nerazzurra, sono in molti ad emularlo, rifilando calcioni e spintoni, falli che vengono puntualmente ignorati dalla squadra di lavoro arbitrale, arbitro, guardalinee, quarto uomo, var.

Evidentemente, il goal preso così a freddo gioca brutti scherzi alla brigata nerazzurra. Visto l’andazzo, i giallorossi reagiscono, ci si mettono pure le panchine: che i padroni di casa, vista la Roma così in palla, la vogliano mettere sul piano della rissa? La Roma controlla e riparte e al 27’ sorprende di nuovo l’Atalanta: tacco di Zaniolo e pallone a Veretout, che gli restituisce la cortesia, finta a seguire del massese che ubriaca Djimsiti, cui segue pallone che si infila alla destra di Musso, del tutto impotente a fare qualcosa per evitare l’ineluttabile.

 
L’Atalanta reagisce subito, al 29’: calcio di punizione battuto da Ilicic, il pallone arriva a Toloi che tira, ma Rui Patricio manda in angolo. Nell’ultima parte del tempo prosegue la pressione nerazzurra, ma la Roma controlla bene, fino a che un destro di Muriel, sparato da fuori area al 1’ dell’extra time, viene deviato da Cristante e, imparabile per Rui Patricio, finisce nella porta giallorossa.

Prevedibile l’assalto atalantino nella seconda parte della gara, che infatti si concretizza al 50’ con un insidioso calcio di punizione, con pallone mandato in angolo dall’estremo difensore giallorosso. La Roma tiene botta con personalità, tuttavia, al 69’, l’Atalanta va in goal ancora con… Cristante, (ah, ma allora ce fai!), ma la rete viene annullata per fuorigioco attivo di Palomino. Segue l’immancabile strascico polemico, inutile ma manna per certi media televisivi, che ci torneranno su anche il giorno dopo.

Dire, come è stato fatto, che se il goal fosse stato convalidato sarebbe stata tutta un’altra partita è un’autentica idiozia, specie se arriva da addetti ai lavori. Quell’affermazione sembra più una frase fatta, uno slogan da dare in pasto ai tifosi per giustificare la sconfitta, piuttosto che una verità incontestabile. Magari poteva darsi che l’Atalanta avrebbe realizzato altri due o tre goal ma poteva anche darsi che la Roma ne avrebbe realizzati altri tre, quattro. Chissà.

Certe affermazioni vanno bene al bar, ma quando si ha un microfono in mano è meglio riflettere prima di lanciarsi in sballatissime ‘profezie’ che non stanno né in cielo né in terra. In realtà, ci vorrebbe un po’ di temperanza, mica tanta, magari essere meno cicero pro domo sua.

Forse, analizzando serenamente una partita dalla quale si è usciti sconfitti, non sarebbe meglio dire ‘abbiamo perso perché gli avversari erano più forti’, anziché attaccarsi a punte di scarpini in fuorigioco, magliette tirate o altre banalità per attenuare la frustrazione? Da parte nostra, a proposito del goal annullato, abbiamo difficoltà a capire cosa c’entri il giusto annullamento del goal all’Atalanta con quanto avvenuto a Milano, dove invece è stato annullato un goal al Milan nella partita contro il Napoli: due partite diversissime l’una dall’altra, dinamiche degli annullamenti del tutto diverse: perché cercare impossibili accostamenti? Cosa si cerca di fare? Instillare dubbi sulla validità del VAR o cosa?

Eventualmente, quale sarebbe, o è, il messaggio mediatico che si vuole lanciare ed a chi: che le squadre del nord sono danneggiate? E da chi? Non sarà che. piuttosto, si vuole alimentare l’audience mettendo su il solito teatrino delle finte polemiche, confezionate apposta per i tifosi, per allungare il brodo, diciamo così, di quelle trasmissioni da bordo campo fatte di aria fritta, di chiacchiere che lasciano il tempo che trovano, ma buone per far passare tanti, tanti idiotissimi spot pubblicitari. O forse si cerca la lite in diretta tra addetti ai lavori?

Mamma mia: quello sì che sarebbe un bel colpo: te lo ripropongo cinquemila volte e sopra ci metto una tonnellata di pubblicità. Francamente, sarebbe bene risparmiare ai telespettatori certe pagliacciate che, televisivamente parlando, andavano di moda in epoche televisive ormai remote.

Dopo il goal, giustamente annullato, in campo proseguono le schermaglie con frequenti ribaltamenti di fronte, poi, al 72’, arriva la terza rete romanista, autore Smalling, che piomba preciso a finalizzare al meglio un calcio di punizione battuto lungo da Veretout con splashdown del pallone nei pressi del secondo palo e goal: la vittoria della Roma è in cassaforte.

L’Atalanta si muove ancora, ma ormai, la vittoria in mano, i romanisti vanno sicuri su ogni pallone, e nel finale, all’81’, Abraham colpisce ancora mandando in rete un pallone che gli arriva da rimpallo. A Bergamo, la Roma non si presentava affatto in abiti dimessi, né era andata lì a fare la parte della vittima sacrificale.

Che l’Atalanta facesse un sol boccone della Roma, probabilmente era negli auspici delle orde mediatiche settentrionali, quelle che basta che la Roma perda… Da parte nostra, ne avevamo già parlato, c’era invece la convinzione che contro l’Atalanta la Roma avrebbe recitato un ruolo di primo piano, non quello dell’agnello sacrificale. Si erano visti progressi in Roma-Spezia: una difesa non più naif, un centrocampo più propositivo, le punte più consapevoli dei propri mezzi.

Era ciò che si era visto in campo: una Roma nettamente migliorata in tutti i reparti. Certo, i numeri: il campionatone dell’Atalanta, paragonato alle performance giallorosse, perlomeno quelle più recenti, faceva pendere i pronostici a favore dei nerazzurri.

Le sbandate giallorosse non spingevano che ad azzardare un pareggetto, magari rimediato fortunosamente. Insomma, erano in pochi coloro che le davano chance di un ritorno a Roma da imbattuta. Invece, contro l’Atalanta la Roma ha tirato fuori la sua migliore prestazione esterna di questo campionato, merito, probabilmente, di qualche riflessione in più dello staff tecnico sull’assetto da dare alla squadra.

Si è visto, per esempio, quanto lo spostare Zaniolo più centrale rispetto a gare precedenti, affiancandolo di fatto ad Abraham nelle funzioni di avanti, abbia giovato alla squadra e quanto il pacchetto di centrocampo Cristante, Veretout, Mkhitaryan, una vera e propria sala-macchine, abbia inciso con le sue elaborazioni nell’economia del gioco giallorosso in quella zona nevralgica del campo.

Aggiungete all’efficienza e all’efficacia anche la qualità e vedrete che i conti tornano. Ricordavamo una Roma così bella solo nella gara interna contro la Fiorentina, vinta per 3-1 contro una splendida squadra viola.

Per carità, non che l’Atalanta sia stata da meno: i nerazzurri, nonostante la sconfitta contro la Roma, restano pur sempre la più bella realtà del calcio italiano di questi ultimi tempi, e sicuramente continuerà, a lungo, a vivere la sua bellissima favola, ma sabato i suoi avversari hanno avuto qualcosa in più, forse più voglia di vincere, di centrare il risultato di prestigio.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                          

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