Sordocecità, disabilità unica e specifica, ok del Parlamento, Lega Filo d'oro: Traguardo storico
A pochi giorni dalla Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, arriva una svolta decisiva per le persone sordocieche: approvato in via definitiva il Ddl Semplificazioni-bis che estende il riconoscimento della sordocecità, senza discriminazioni tra persone con stesse condizioni

comunicazione con persone sordocieche Lega Filo d'Oro
(AGR) Una conquista attesa da anni per tutte le persone sordocieche in Italia: il Parlamento ha approvato in via definitiva il Disegno di legge Semplificazioni-bis, che riconosce formalmente la sordocecità come disabilità unica e specifica. La norma, che suggella un impegno decennale della Fondazione Lega del Filo d'Oro per i diritti di chi non vede e non sente, estende il riconoscimento della sordocecità a tutte le persone con compromissioni combinate, totali o parziali, di vista e udito, congenite o acquisite, a prescindere dall'età di insorgenza, dando finalmente piena attuazione alla Legge 107/2010.
Si tratta di un risultato storico, che riguarda oltre 360mila persone con disabilità sensoriali e plurime alla vista e all'udito e, contemporaneamente, con limitazioni di tipo motorio. Una stima attualmente al ribasso perché non tiene in considerazione anche i minori al di sotto dei 15 anni, che non erano inclusi nella rilevazione, e le persone che presentano, oltre alla minorazione sensoriale, anche una disabilità intellettiva. Si tratta di persone che troppo spesso rischiano di rimanere invisibili, confinate nell'isolamento imposto dalla propria disabilità.
INDAGINE LEGA DEL FILO D'ORO: SERVIZI E INCLUSIONE, GLI ITALIANI CHIEDONO PIÙ INTERVENTI
Se il riconoscimento normativo rappresenta una conquista fondamentale, il cammino verso la piena inclusione delle persone sordocieche resta ancora lungo. Ne sono consapevoli anche gli italiani, come confermano i risultati inediti di un'indagine condotta dall'Istituto AstraRicerche per la Lega del Filo d'Oro[2]: solo il 27,8% del campione intervistato ritiene adeguato il supporto garantito alle persone con sordocecità e pluridisabilità psicosensoriale, mentre per quasi tre quarti (72,2%) i servizi non sono ancora sufficienti per garantire una piena inclusione nella società. Dati che riflettono una realtà concreta: le persone che non vedono e non sentono continuano ad affrontare barriere e disuguaglianze che ne limitano fortemente l'autodeterminazione e la partecipazione alla vita collettiva. Una persona con sordocecità non può andare in ospedale senza essere accompagnata da un interprete, bambini e ragazzi non possono frequentare la scuola senza programmi adeguati, gli adulti non possono accedere al mondo del lavoro senza politiche realmente inclusive.
Di fronte a questo scenario, gli italiani individuano con chiarezza gli interventi necessari. Al primo posto la necessità di garantire l'accesso alle prestazioni sanitarie fuori Regione (51,1%) per chi necessita di cure specialistiche, seguita dalla promozione di una maggiore presenza di interpreti LIS e LIST (Lingua dei Segni Italiana e Lingua dei Segni Italiana tattile) nella Pubblica Amministrazione, in primis nelle strutture sanitarie (49,4%). Ma è soprattutto il tema dell'inclusione a raccogliere consensi trasversali: l'inclusione scolastica (47,9%), lo sviluppo di politiche lavorative inclusive (44,4%), l'accesso allo sport e alla cultura (43,2%) e l'accessibilità digitale dei siti web istituzionali (37,3%) sono indicati come ambiti prioritari d'intervento.
Questa forte richiesta di intervento rivolta alle Istituzioni evidenzia una carenza assistenziale che, secondo la percezione degli italiani, viene oggi largamente colmata dagli Enti del Terzo Settore. Quasi 7 intervistati su 10 (69,2%) riconoscono il ruolo fondamentale o molto importante di organizzazioni come la Lega del Filo d'Oro impegnate nel supportare le persone con disabilità e le loro famiglie, dato che sale al 94% includendo chi lo ritiene "abbastanza importante". Solo il 6,3% ritiene che lo Stato faccia già abbastanza.
"Questa è una giornata storica per tutte le persone sordocieche”, sottolinea Francesco Mercurio, Presidente del Comitato delle Persone Sordocieche della Fondazione Lega del Filo d'Oro. "Finalmente viene riconosciuta la sordocecità come disabilità unica e specifica, eliminando discriminazioni che hanno penalizzato per troppo tempo chi ha sviluppato questa condizione in età diverse. Si tratta di un passo cruciale per garantire pienamente il diritto alla salute e all'assistenza, nonché per promuovere la reale autodeterminazione di chi non vede e non sente. La sfida ora è tradurre questo riconoscimento normativo in diritti pienamente esigibili nella vita di ogni giorno: solo così potremo dire che l'inclusione non è più solo una parola, ma una realtà concreta per chi non vede e non sente”.
IL QUADRO NORMATIVO : DAL 2004 AD OGGI, COME SI È ARRIVATI AL RICONOSCIMENTO DELLA SORDOCECITÀ COME DISABILITÀ UNICA E SPECIFICA
Il 1° aprile 2004 il Parlamento Europeo, con la "Dichiarazione sui diritti delle persone sordocieche”, ha riconosciuto per la prima volta la sordocecità come disabilità distinta, invitando tutti gli Stati Membri a riconoscere la specificità di questa disabilità e a garantire alle persone sordocieche un supporto adeguato negli ambiti sanitario, assistenziale, inclusivo, comunicativo e della mobilità. Tuttavia, nonostante i progressi normativi, ci sono ancora sfide significative da affrontare per garantire una piena attuazione dei diritti delle persone sordocieche.
In Italia, la Legge 24 giugno 2010, n. 107 "Misure per il riconoscimento dei diritti delle persone sordocieche”, ha recepito la raccomandazione del Parlamento Europeo. Seppur apprezzabile negli intenti, l'attuazione pratica di questa legge si è rivelata di difficile attuazione. Nella prassi, infatti, il riconoscimento della sordocecità rimane legato all'accertamento delle due distinte minorazioni, escludendo, di fatto, dalla piena tutela legale le persone che, pur essendo non vedenti, siano diventate sorde dopo il dodicesimo anno di età, oppure nate senza alcuna minorazione sensoriale, siano divenute sordocieche dopo i dodici anni di età.
Per ovviare a tale criticità, nel marzo 2024 il Consiglio dei Ministri ha approvato un importantissimo disegno di legge (il c.d. semplificazioni-bis) volto a garantire il riconoscimento della sordocecità a tutte le persone che manifestano compromissioni totali o parziali combinate della vista e dell'udito, congenite o acquisite, a prescindere dall'età di insorgenza. Tale misura si inserisce nel più ampio disegno di riforma avviato con la Legge Delega per la Disabilità (Legge 22 dicembre 2021, n. 227), che accompagnerà l'aggiornamento della definizione di sordocecità ad una semplificazione dei criteri e delle modalità di accertamento.
La nuova definizione di sordocecità – approvata anche dal Parlamento – segna un cambio di passo fondamentale per le persone sordocieche. Avere una definizione che finalmente riconosca la sordocecità, indipendentemente dall'età, è di cruciale importanza per garantire pienamente il diritto alla salute e all'assistenza delle persone sordocieche, nonché per promuovere la loro reale autodeterminazione. La sfida del pieno riconoscimento della sordocecità come disabilità specifica non deve, pertanto, esaurirsi in un – auspicato e necessario – miglioramento della presa in carico sanitaria e sociosanitaria, ma consiste nel tradurre le politiche di inclusione genericamente rivolte alle persone con disabilità in diritti pienamente esigibili per tutte le persone sordocieche.
















